URBINO – L’ultima volta che Urbino era andata in ‘tripla’ cifra a febbraio era stato nel 2012, quando caddero tre metri e 18 centimetri di neve. A distanza di sei anni ne è scesa assai meno: 123 centimetri alla mattina del 28, comunque ben al di sopra (97 centimetri in più) della media per questo mese. Dopo il “nevone”, con l’eccezione del 2013 quando ne sono caduti 72 centimetri, di neve a febbraio non se ne è praticamente vista: zero nel 2014, cinque centimetri nel 2015 e di nuovo zero nel 2016 e nel 2017.
“La neve che cade non è quella che trovi al suolo – spiega Piero Paolucci dell’Osservatorio meteorologico “Alessandro Serpieri” di Urbino – perché accumulandosi si schiaccia e diminuisce di spessore”. Secondo le rilevazioni dell’osservatore, dal primo febbraio si sono accumulati al suolo complessivamente 69 centimetri di neve, e il picco massimo è stato di 51, misurato stamattina: “Ieri mattina alle 8:00 erano stati registrati 50 centimetri di neve a cui va aggiunta quella caduta stanotte dalle 3:15 che prodotto un altro centimetro di neve effettivo”. “Ma per effetto del suo peso e delle condizioni climatiche della giornata di ieri, non nevosa e assolata, si sono ridotti a 40”, prosegue Paolucci.
L’osservatore esegue rilevazioni nivometriche tre volte al giorno, alle 8:00, alle 14:00 e alle 19:00 scegliendo luoghi non esposti al vento né soggetti alla caduta di neve dai tetti o dagli alberi.
Il bollettino di questa mattina alle 10 del “Serpieri” comunica che a Urbino la temperatura minima ha sfiorato i -10, attestandosi 9,7 gradi sotto zero. Ma è un gelo che sta per attenuarsi: l’Osservatorio fa sapere che per domani, il primo di marzo, è previsto un aumento delle temperature, confermato anche dalla Protezione civile delle Marche, dovuto a un flusso di aria calda. Questa variazione climatica, dopo giorni ‘rigidi’, dovrebbe dar vita a un fenomeno noto come “neve d’addolcimento” o “cuscinetto” che causa la formazione di uno strato di ghiaccio trasparente a terra: “In caso di precipitazioni, poiché c’è un deposito di aria fredda al livello del suolo la goccia di pioggia può arrivare ancora liquida al contatto con una superficie e congelarsi nell’impatto”, spiega Paolucci. “È un fenomeno raro ma che mette a rischio la circolazione sia pedonale sia su ruota”.
L’ultima nevicata risale al gennaio 2017, quando caddero 103 centimetri di neve, come risulta dalla banca dati statistica del “Serpieri” dove le precipitazioni sono registrate mese per mese. Paolucci spiega le unità di misura e le rispettive equivalenze: “Un millimetro di pioggia corrisponde a un litro d’acqua su un metro quadrato. Se la precipitazione nevosa è di un un centimetro, questo equivale a un millimetro di precipitazione, perché l’acqua si espande dieci volte quando ghiaccia”.