Morì colpita da un ramo, dopo tre anni nessun risarcimento. Ma quell’albero era da abbattere

La strada che porta ai collegi universitari
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – Rita Buccarini è morta il 5 marzo 2015, era una dipendente dell’Ersu di Urbino, rimasta schiacciata da un albero in via dei Cappuccini, mentre, a piedi, andava al lavoro ai Collegi. A tre anni di distanza, i suoi famigliari non hanno ancora ricevuto un euro di risarcimento. E non si sa ancora chi debba pagare. Secondo l’assicurazione del Comune, (all’epoca dei fatti la Ariscom) che copriva questo tipo di danni, si è trattato di un evento straordinario: è stata la giornata più ventosa di quell’anno. La stessa giustificazione che ha dato il Comune. Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, sostiene inoltre che quell’albero non fosse a rischio. Ma la perizia della Procura dice altro: quella pianta era pericolosa e andava abbattuta.

A stabilirlo è stato il perito incaricato durante le indagini: “Nel punto in cui si è spezzata la pianta era gravemente ferita e presentava danni pregressi derivanti da precedenti eventi atmosferici, probabilmente risalenti al ‘nevone’ del 2012” spiega l’avvocato della famiglia Alfredo Bartolucci. Subito dopo l’incidente la Procura aveva infatti aperto d’ufficio un fascicolo per omicidio colposo. Il Pubblico ministero Irene Lilliu aveva chiesto l’archiviazione ma l’inchiesta è stata riaperta dopo che l’avvocato della famiglia ha impugnato la sentenza ed è partito un supplemento di indagine. Risulta indagato un dipendente comunale all’epoca addetto al piano di manutenzione delle piante. Il Giudice per le indagini preliminari Vito Savino deciderà nelle prossime settimane se rinviare a giudizio o archiviare definitivamente il caso.

Qui si incrociano le due vicende processuali: quella penale e quella civile. “Abbiamo chiesto il pagamento dei danni morali, una cifra vicino ai 700.000 euro – spiega Bartolucci – ma l’assicurazione non vuole pagare perché sostiene che il forte vento sia di natura eccezionale e dunque non prevedibile”. Inoltre, secondo quando riferisce l’avvocato, la compagnia ritiene che, comunque vada, non tocchi a lei risarcire la famiglia. “Secondo l’assicurazione, il contratto che ha stipulato con il Comune non copre danni di questo tipo perché sull’albero non era stata effettuata la manutenzione”.

Se il giudice civile darà ragione ad Ariscom su quest’ultimo punto, allora sarà il Comune a dover pagare. Se invece dovesse decidere che si è trattato di un evento eccezionale, ai famigliari di Rita Buccarini (che ha lasciato un marito e due figli) non spetterà nulla. La prossima udienza del processo civile è prevista nel mese di luglio.

“Non era un vento eccezionale”

Per smontare la difesa dell’assicurazione l’avvocato della famiglia della ex dipendente dell’Ersu ha analizzato i dati forniti dall’Osservatorio Serpieri di Urbino: “Il giorno dell’incidente che ha provocato la morte della Buccarini tirava un forte vento (secondo i dati del Serpieri 116 chilometri all’ora, ndr). Ma a Urbino quella velocità non è affatto un evento imprevedibile. Negli ultimi 15 anni le folate hanno raggiunto quella velocità diverse volte toccando picchi di oltre 120 chilometri all’ora”. Guardando i dati sul sito dell’istituto meteorologico di Urbino, nel gennaio di quest’anno il vento ha raggiunto i 113 all’ora, addirittura 129 nel febbraio del 2013.

Una versione che il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, ha smentito durante la visita alla redazione del Ducato: “È stato un evento eccezionale, è chiaro che l’assicurazione cerca scuse per non pagare, succede per tutti i tipi di incidenti. Su quella pianta non era stata effettuata la manutenzione perché non era prevedibile che sarebbe potuta cadere. Quando sappiamo che una pianta può cadere noi interveniamo. A Borgo Mercatale, ad esempio, dopo che un tecnico ha analizzato la situazione delle piante, siamo intervenuti tempestivamente”.

Secondo la stessa assicurazione, si è trattato di un “evento eccezionale” anche l’alluvione che ha allagato il garage di Pierangelo Biagiotti, titolare di una ferramenta di Canavaccio. In questo caso, i fatti risalgono al 6 febbraio del 2016, quando una forte pioggia ha fatto straripare un canale di scolo. L’acqua ha così allagato il garage, provocando danni che il perito dell’assicurazione ha fissato a 48.000 euro. Soldi che Biagiotti non ha ancora ricevuto: “Dicono che una pioggia del genere non era prevedibile e non vogliono pagare”.

Lo scorso 24 luglio, il ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda ha firmato un decreto in cui sospende gli organi amministrativi e dispone l’amministrazione straordinaria dell’impresa per “gravi irregolarità e gravi perdite patrimoniali”. A segnalare le irregolarità dell’assicurazione era stata l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni. A guidare l’assicurazione è adesso Massimo Michaud, manager dall’importante curriculum internazionale: ex Ceo di Generali Belgium e già amministratore delegato di Allianz, Aviva e Axa.