di MATTEO DE RINALDIS
URBINO – Il Movimento 5 Stelle è il primo partito a Urbino, e in queste elezioni legislative ha operato lo storico sorpasso sul Pd. La Lega invece è quello che guadagna più consensi rispetto al 2013. I dati definitivi delle elezioni parlamentari ridisegnano infatti la politica cittadina. “Il Partito democratico è morto – dice Emilia Forti, consigliere comunale del Movimento – il sindaco Maurizio Gambini ha fatto scouting per Forza Italia e non gli è riuscito”. Il partito di Beppe Grillo chiude oltre il 30% sia alla Camera (30.63%) che al Senato (31.51%).
Centrosinistra primo, ma il Pd perde 10 punti
Anche se il Centrosinistra ottiene la maggioranza dei voti nel comune, il Partito democratico, dopo la sconfitta alle elezioni amministrative del 2014, si attesta poco meno del 30%. Può sembrare un buon risultato rispetto al tracollo a livello nazionale, ma resta molto lontano dai risultati delle scorse politiche: meno 10 punti percentuali alla Camera, meno 11 al Senato. A commentare il crollo del Partito democratico è il capogruppo in Consiglio comunale Piero Sestili: “Il nostro è un crollo annunciato. Renzi adesso deve fare un passo indietro, dobbiamo mettere in discussione la linea politica e la segreteria del partito”. Al Senato il Partito democratico raggiunge il 29.11%, 5 punti sopra il dato a livello provinciale. Nella sezione dell’Ospedale, una percentuale “renziana” (41.01%), anche se il dato è riferito, ovviamente, a una delle aree elettorali meno numerose del comune.
La situazione nel centrodestra
Il partito che ha registrato il maggior aumento di consensi è la Lega: dallo zero virgola delle scorse politiche a quasi il 15%. Nelle 20 sezioni elettorali di Urbino, il partito di Matteo Salvini al Senato supera sempre il 10%, mentre sfonda la soglia 20% nel quartiere Torre e a Canavaccio (rispettivamente 24.95% e 21.41%). Stesso esito alla Camera, con solo due sezioni sotto il 10%.
“C’è grande soddisfazione, a Urbino abbiamo quasi doppiato Forza Italia e ci poniamo come prima forza politica di centrodestra”, racconta Francesco Desideri, segretario provinciale della Lega. Il partito di Matteo Salvini è al momento l’unico, nell’area del centrodestra, ad aver portato a Roma un candidato del territorio eletto in provincia: “L’elezione di Luca Paolini alla Camera ci conforta. Ha studiato a Urbino e ha un legame particolare con la città, sarà il nostro punto di riferimento a Roma”. Una battuta rivolta anche al sindaco di Urbino, Maurizio Gambini, che in campagna elettorale si era schierato con Forza Italia: “È stata un’uscita infelice quanto inutile. Si è sempre definito un sindaco di centrodestra e poteva riferirsi a tutta la coalizione, non soltanto a una parte di essa”. In vista delle prossime elezioni amministrative, Desideri non crede a una vittoria dei 5 Stelle: “È difficile che consolidino il voto ottenuto a livello nazionale. Anche alle precedenti elezioni avevano ottenuto un ottimo risultato senza però confermarlo a livello cittadino. Per quanto ci riguarda – conclude – per noi sarà difficile mantenerci su questi livelli anche alle amministrative. Sono certo che il centrodestra guiderà il Paese, ed essere collegati al governo centrale sarà per noi un grande vantaggio”.
A certificare il nuovo ruolo di guida della Lega è anche Elisabetta Foschi, presidente del Consiglio comunale di Urbino e candidata con Forza Italia alla Camera nel collegio uninominale di Fano e Senigallia: “Vince la grande protesta contro il governo uscente, il centrosinistra ha perso il contatto con la gente”. Se però il Partito democratico ha registrato un’emorragia di voti, Forza Italia a Urbino ha fatto anche peggio: racimolando poco più dell’8% dei voti, un segnale allarmante anche per il sindaco Gambini che tra un anno si ricandiderà come primo cittadino di Urbino.
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, raddoppia i consensi rispetto alla precedente tornata elettorale: 3.22% alla Camera rispetto all’1.17% del 2013, 3% al Senato rispetto all’1.13%. Feudo del partito di centrodestra a palazzo Madama sono state le sezioni 1 e 2 (4.37%) e 7 (4.13%). La “quarta gamba” di Noi con l’Italia supera di poco l’1%.
Gambini: “L’obiettivo degli italiani era far perdere il Pd”
“Non penso che questo voto possa incidere sul voto delle prossime elezioni comunali – dice Gambini – dovremo però fare alcune riflessioni, perché se il Movimento 5 Stelle ha vinto faremo le giuste riflessioni”. A favorire la Lega, secondo il Sindaco, è stata l’indicazione del premier: “I movimenti politici che hanno espresso con grande anticipo i loro candidati alla presidenza del Consiglio hanno ottenuto maggiori consensi, un elettore vuole vedere chi sta alla guida di un eventuale governo”. Per il sindaco, due i fattori positivi di questa tornata elettorale: “Ci sono nuovi rappresentanti di governo, penso ai candidati dei 5 Stelle che vengono dal nostro territorio. Potranno sicuramente fare di più per la nostra provincia, chi si è succeduto nei precedenti governi ha fatto poco o niente per la nostra area”. Ma soprattutto, la caduta del Partito democratico: “Sono soddisfatto del risultato della sinistra. Chi ha manifestato sempre l’arroganza sul territorio è stato sconfitto. Se fosse stato per loro, che ora non governano la città, la provincia o la regione sarebbero potute morire. La gente invece ha fatto considerazioni diverse. L’obiettivo degli italiani era di far perdere il Pd, e con questo risultato gli italiani hanno vinto”.
Il Pd frena la caduta, LeU poco sopra il 3%
Restando al centrosinistra, Liberi e Uguali raccoglie poco più del 3% sia alla Camera che al Senato. Senza la scissione dal Partito democratico, i dem sarebbero il primo partito cittadino sopra i Cinque stelle. Liberi e Uguali, il partito di Piero Grasso, supera il 6% in quattro sezioni alla Camera (4, 5, 6 e 20). Il Partito democratico che ha perso tutte le sfide all’uninominale: “A livello locale purtroppo non siamo riusciti a far eleggere i nostri candidati: Minniti e Bonelli, ma avremo come nostra rappresentante in Parlamento la deputata uscente Alessia Morani”.
Restando al centrosinistra, pochi i voti raccolti dalle liste che appoggiavano il Partito democratico: il partito +Europa di Emma Bonino supera di poco il 3% alla Camera, mentre si ferma al 2.79% al Senato. Percentuali basse anche per la lista Insieme (1.8% alla Camera e 1.3% al Senato), mentre la lista Lorenzin racimola soltanto 40 voti.