di MATTEO DE RINALDIS
URBINO – L’Università di Urbino studierà il modo di valorizzare e rilanciare le eccellenze di Sant’Angelo in Vado con un assegno di ricerca dedicato. Dalla Domus del Mito risalente al I secolo d.C. alle aziende tessili, dai negozi del centro storico fino alla più importante risorsa naturale del territorio: il tartufo. Il progetto rientra nelle 20 ‘borse di studio’ che l’Università destinerà per attività di ricerca con imprese e amministrazioni locali. Un’iniziativa dal valore complessivo di 500.000 euro (metà stanziati dall’Università, metà dalle imprese e amministrazioni) e voluta fortemente dal rettore di Uniurb Vilberto Stocchi e dal prorettore alle attività di terza missione Fabio Musso.
Dei 20 assegni di ricerca, uno è stato vinto dal dottor Alessandro Dragoni, che si occuperà di analizzare e studiare il tessuto economico e sociale di Sant’Angelo in Vado. “Questo progetto dimostra la sensibilità dell’Ateneo per promuovere il territorio attraverso la qualità, e per questo selezioneremo i migliori a disposizione”, dice il rettore Stocchi.
Il progetto, “Per il rilancio di Sant’Angelo in Vado”, è stato presentato durante una conferenza stampa nell’aula Magna del Rettorato, in via Saffi. Presenti, oltre a Stocchi e Dragoni, il prorettore alle attività di terza missione Fabio Musso e l’assessore alle attività produttive di Sant’Angelo in Vado Marco Monacchi.
La borse di studio affidata al dottor Dragoni mira a rilanciare Sant’Angelo in Vado in tutte le sue componenti: “Abbiamo individuato tre linee di sviluppo: economico, turistico e culturale”, spiega Dragoni, che per analizzare meglio le necessità e la situazione del comune si è trasferito in città: “Ho ricevuto una grande accoglienza, è un momento difficile ma non ho percepito rassegnazione – spiega – essere presente sul territorio vuol dire cogliere sfumature che una semplice analisi econometrica non permette di comprendere, avrei perso aspetti psicologici e sociali che sono fondamentali in un’analisi economica”. Tra le eccellenze del territorio a cui aggrapparsi, la più conosciuta è sicuramente il tartufo, apprezzato in tutto il mondo: “Il centro di tartuficoltura è il secondo più importante in Europa, è un prodotto che può funzionare come volano per rilanciare il nostro territorio e non possiamo non ripartire da qui”.
“Il nostro tessuto economico si appoggia sul settore tessile, entrato in crisi a partire dal 2008 – spiega Monacchi – abbiamo perso 400 posti di lavoro, in una comunità di 4.000 abitanti significa tanto”. Il pessimo periodo economico ha colpito non soltanto le grandi aziende, ma ha danneggiato anche i piccoli imprenditori: “Il nostro centro storico era considerato un piccolo centro commerciale a cielo aperto, adesso è diventato un cimitero di attività commerciali”.
L’iniziativa punta a invertire il trend negativo in cui è entrata la città: “Stiamo incontrando e ascoltando le esigenze di cittadini, imprenditori e associazioni culturali e sociali. Il nostro è un progetto che parte dal basso per rendere attori principali i protagonisti del nostro paese. Non ci aspettiamo risultati nel breve periodo – conclude – la nostra iniziativa ha uno sguardo più profondo che permetterà di ottenere risultati a medio e lungo termine destinati ai nostri figli”.
Una versione precedente dell’articolo riportava, erroneamente, che 20 borse di studio cofinanziate dall’Università erano destinate allo studio per Sant’Angelo in Vado. Ci scusiamo con i lettori e i diretti interessati per l’errore