Marche, meno stranieri ma più imprese ‘immigrate’

Vittorio Lannutti, professore Università Politecnica delle Marche
di ELEONORA SERAFINO

URBINO – Nelle Marche sono sempre meno i residenti stranieri. A pochi giorni dalle elezioni politiche del 4 marzo, precedute da campagne in cui il problema dei migranti ha ricoperto un ruolo centrale, il Cirta (Centro interdipartimentale per la ricerca transculturale applicata) ha presentato all’Università di Urbino il suo dossier statistico immigrazione 2017.

Dal rapporto, illustrato da Vittorio Lannutti, professore dell’Università Politecnica delle Marche, è emerso che la Regione nel 2016 ha registrato poco più di 136.000 stranieri residenti, 4.000 in meno rispetto all’anno precedente e complessivamente l’8,9% degli abitanti. Un dato, quest’ultimo, superiore alla media nazionale, che è del 8,3%.

Nella provincia di Pesaro Urbino, però, la percentuale di immigrati rispetto al numero totale di abitanti è la più bassa delle Marche, poco più dell’8%. La più alta, invece, è quella di Fermo, dove ogni 100 residenti dieci sono stranieri.

La maggior parte degli immigrati di quelli presenti nella Regione hanno dai 30 ai 44 anni, ma risulta alto anche il numero dei minorenni: più di 26.000, per lo più appartenenti alle cosiddette ‘seconde generazioni’.

I migranti ‘marchigiani’ provengono dall’Europa (quasi il 57%), soprattutto dalla Romania, dall’Asia (19,8%) e dall’Africa (19%). Solo il 5%, invece, è partito dalle Americhe. Poco più della metà, inoltre, sono donne (il 55%).

Nel biennio 20015-2016 il tasso di disoccupazione degli immigrati nelle Marche, già superiore rispetto alla media nazionale, è aumentato più che nel Paese. Questo si è tradotto per loro in un aumento del rischio di povertà e di esclusione sociale.

Ancona è la provincia in cui si assumono più stranieri (8.787), mentre Macerata quella in cui si assumono più stranieri che italiani (solo il 30% del totale). Il settore che assume più immigrati è quello dei servizi.

Un dato interessante riguarda il settore imprenditoriale: le imprese “immigrate”, cioè gestite da stranieri, sono aumentate dello 0,2% rispetto al 2015, mentre quelle italiane sono diminuite dello 0,7%. Pesaro Urbino si piazza al secondo posto, dopo Macerata, nella classifica delle province con più imprese ‘immigrate’ in proporzione al numero totale di ditte.

“In Italia, rispetto ai Paesi europei – spiega il professor Lannutti – non c’è un reale modello di integrazione degli immigrati. Di conseguenza, si stanno occupando di integrazione gli enti locali”. In quest’ottica, la regione Marche, insieme a sei organizzazioni regionali, sta portando avanti il progetto No.Di. – No Discrimination -, nel cui ambito è stata presentata una ricerca che comprende due indagini, svolte da Eduardo Barberis e Angela Genova dell’Università di Urbino.

Le indagini hanno coinvolto 600 studenti delle scuole secondarie e di primo grado e 223 dirigenti scolastici, cui sono stati sottoposti questionari sul tema integrazione. Gli alunni stranieri, secondo i dati raccolti, sono più soggetti a forme di bullismo episodico. Il 14% dei ragazzi ha pregiudizi consolidati e quelli che guardano più tv e usano più videogiochi hanno una maggiore chiusura nei confronti degli stranieri.