Un liceale urbinate alle Olimpiadi di Italiano: “Ma non sono un grammar nazi”

Damiano Toderi
di ELEONORA SERAFINO

URBINO – Da piccolo i fumetti, in adolescenza libri “rubati” alla grande libreria di famiglia, oggi Shakespeare. Così, leggendo qualsiasi cosa gli capitasse sottomano, Damiano Toderi, 18 anni, iscritto al quinto anno del Liceo classico dell’Istituto Superiore Raffaello di Urbino, ha conquistato il quarto posto alle semifinali delle Olimpiadi della lingua italiana, organizzate dal Ministero dell’istruzione.

“Non mi sono preparato in alcun modo, forse mi ha molto aiutato una delle mie più grandi passioni, la lettura”, spiega il giovane fermignanese a pochi giorni dalla finale nazionale della competizione, che si terrà a Firenze nella sede della prestigiosa Accademia della Crusca, il 26, 27 e 28 marzo.

Lo studente rappresenterà le Marche, dopo aver superato le prime due prove, svolte al Liceo Raffaello il 31 gennaio e l’8 marzo. Analisi grammaticale e del periodo, inserimento di vocaboli in contesti adatti, sinonimi e contrari, brani da analizzare dal punto di vista lessicale, il terreno su cui Damiano ha dovuto misurarsi.

“Ci ho provato ogni anno  – spiega – non mi aspettavo più di classificarmi tra i primi: dalla mia ha giocato lo studio del latino e del greco. Cinque anni di versioni ti costringono ad analizzare le frasi da diversi punti di vista e a ripassare ogni volta anche la tua lingua”.

La sua propensione per le materie umanistiche, però, non l’ha reso inclemente con chi non padroneggia così bene l’italiano. “Non sono un ‘nazigrammar’- dice – certo quando sui social leggo ‘qual’è’ o strafalcioni simili, penso che basterebbe poco per amare la nostra lingua un po’ di più. Ma non dico nulla. Non voglio apparire bacchettone”.

Sorride divertito quando gli si chiede se si sente un secchione: “Faccio mille cose. Forse lo studio è quella a cui dedico meno tempo”. Camicia di jeans, sguardo sveglio, la battuta pronta, in effetti ricorda molto poco il prototipo di liceale dedito solo allo studio a cui ci hanno abituato letteratura e film.

“Non passo ore e ore sui libri di scuola, perché mi viene semplice – precisa – mi riferisco alle materie letterarie, ovviamente. Ma non parlatemi di matematica e fisica! Non capisco quelli che amano i numeri. Puoi paragonarli alla potenza delle parole?”.

Un amore per la letteratura, le lingue (anche l’inglese) e la storia che l’hanno portato a scegliere già dalla prima media di frequentare il liceo classico: “Non ho mai avuto dubbi. E oggi non mi pento della mia scelta”.

Damiano ha le idee chiare di chi ha deciso di seguire le proprie inclinazioni, anche dopo il diploma. Ha scelto, infatti, di iscriversi al conservatorio. La musica non è, però, una novità nella sua vita. Come del resto la recitazione. Da anni, oltre a suonare la tromba nella banda e a cantare nel coro polifonico di Fermignano segue due laboratori scolastici: musical e teatro. “Sul palco ho capito che questo poteva essere il mio futuro – racconta – chi mi seguiva nelle prove del musical mi ha fatto notare che ero intonato e con una bella voce. Sono un baritono”.

Tra pochi mesi l’aspetta l’esame di maturità, ancor prima potrebbe vincere una borsa di studio nelle Olimpiadi della lingua italiana. Nel frattempo sogna in grande. “Mi piacerebbe calcare il palco de La Scala. Forse è troppo? Mi accontento anche de La Fenice di Venezia. Ma di sicuro cantare mi rende felice”.