di OLGA BIBUS
URBINO – Alcune storie si possono raccontare solo dopo averle vissute sulla propria pelle. Lo sa bene Erika Diomaiuta, 27 anni che ora abita a Urbino, ma è nata e cresciuta in un piccolo paesino del casertano a meno di cinque chilometri da Casal di Principe. Lì dove il clan dei Casalesi la fa da padrone.
Da pochi giorni Erika ha pubblicato il suo primo libro. Si chiama Buongiorno terra dei fuochi!. Non è un romanzo, ma una lettura per ragazzi. Erika prima di essere scrittrice, è un’educatrice. E il volume nasce da una collaborazione con la casa editrice Il Rubino, specializzata in libri per la scuola. Il libro infatti è destinato ai ragazzi di terza media e può essere adottato dai professori.
Il protagonista del libro di Erika è un adolescente. Si chiama Edo e, con gli occhi di un ragazzo della sua età, racconta com’è vivere in una terra dove dilaga la criminalità. “Il mondo che descrive il protagonista è quello in cui sono vissuta io, ma gli occhi con cui Edo guarda quel mondo è come lo guardo io adesso, dopo aver visto altri posti”, dice la giovane scrittrice. Non mancano nel volume i riferimenti a Urbino che diventa un esempio positivo: una sorta di anti-Terra dei fuochi.
Nel libro Viola, la sorella del protagonista va a studiare nella città ducale e lui con la famiglia va a trovarla spesso. “È un piccolo paradiso naturale… Sembra un altro pianeta. È fortunata a vivere lì, Viola. Non vuole più tornare […] Papà le dà ragione […] Vuole vederla lontana da questo strano posto e vuole portare via anche noi”, si legge nel volume in riferimento a Urbino.
Erika è venuta a vivere a Urbino perché il marito è stato trasferito qui per lavoro. “Quando sono arrivata mi è sembrato di vivere in una cartolina, non credevo che esistessero posti così. Non a caso ho scelto di mettere al mondo qui la mia seconda figlia e sono contenta che il primo figlio abbia l’opportunità di crescere a Urbino”, racconta la ragazza. E continua: “Mi sarebbe piaciuto passare la mia infanzia e la mia adolescenza in una città così, uscire a piedi per prendere un gelato con gli amici, andare a scuola in autobus. Chi nasce qui non si rende conto della fortuna che ha”.
Quello che descrive Edo nel volume è infatti un mondo che è il contrario di Urbino: senza mezzi pubblici, un mondo in cui non si può passeggiare liberamente a piedi perché mancano i marciapiedi, ma anche perché il fumo che esce dai cassonetti dei rifiuti incendiati entra nei polmoni e fa tossire, è un mondo fatto di inquinamento, criminalità e omertà. “Ora rabbrividisco. Mi ricordo bene l’odore dell’immondizia quando davano fuoco ai cassonetti. E succedeva spesso. All’epoca nemmeno me ne rendevo conto, ma se ci penso mi sento pizzicare la gola”, racconta la scrittrice.
Buongiorno terra dei fuochi! non è il suo primo libro. Ha scritto già un romanzo sempre sulla criminalità organizzata che però è ancora chiuso nel suo cassetto e aspetta di essere pubblicato. E quando le chiediamo da cosa nasce questo profondo interesse per il tema lei ci racconta un episodio: “Ero in prima superiore e ci trovammo con una mia amica nel negozio della mamma di una nostra compagna di scuola. Era pieno giorno e il negozio era su una strada molto trafficata di un paesino vicino a quello in cui vivevo io. A un certo punto sono entrati degli agenti e ci hanno chiesto di abbassare le serrande. Noi le abbiamo abbassate, ma abbiamo lasciato una fessura piccola e da lì guardavamo cosa succedeva fuori: la strada era piena di poliziotti che avevano le pistole puntate verso una casa proprio lì di fronte. Poco dopo è stato arrestato un mafioso che si nascondeva in quell’abitazione. In quel momento mi sono resa conto che la criminalità di cui prima avevo sentito solo parlare esisteva davvero ed era vicino a me”, dice Erika.
Da grande la ragazza ha sentito la necessità di raccontarlo per richiamare l’attenzione su questo tema. “Sono un’educatrice e secondo me è molto importante affrontare questo tipo di tematiche nelle scuole, fare capire quanto tutto ciò sia sbagliato e che la scelta giusta è sempre la legalità. Questo è il messaggio del mio libro e spero che arrivi ai ragazzi, gli adulti di domani”, conclude la scrittrice.