Livesay, dall’Italia agli Usa: “Contro fake news servono giornalisti di qualità” – VIDEO

Christopher Livesay in visita alla scuola di giornalismo di Urbino
di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – “Siate in prima linea nella battaglia contro le fake news!”. Christopher Livesay, corrispondente dall’Italia per la Pbs (la Rai a stelle e strisce, ndr), fa il punto, in una lezione all’Ifg, sulla situazione sempre più critica delle notizie false nell’informazione italiana e non solo. “È un problema enorme, – dice ,durante la visita alla scuola di giornalismo di Urbino -, molto più grande di quanto la gente creda. Viviamo in un tempo in cui una persona può sostenere una tesi senza conoscere minimamente i fatti. L’importante non è sapere ciò di cui si parla, ma avere dei retweet”.

Ad accompagnare il corrispondente statunitense, Alessandro Biccari, membro dell’ufficio stampa dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma: “L’Ambasciata vuole agganciare le scuole di giornalismo italiane – spiega -. Vogliamo parlare di temi che interessano i futuri giornalisti. L’obiettivo non è venire con presunzione per insegnare un mestiere, ma aiutare futuri professionisti con la nostra esperienza”.

Il proliferare di notizie false mette in discussione l’autorevolezza della stampa, con le persone sempre più in difficoltà nel distinguere il vero dal falso. La soluzione, secondo Livesay, deve arrivare dal giornalismo stesso: “Il nostro è un settore in crisi, ma negli ultimi anni in America si è tornati a investire nel giornalismo per alzare la qualità. Non c’è grande differenza tra fake news e giornalismo normale, se il livello si abbassa. Le

Christopher Livesay e Alessandro Biccari

persone sono stanche di spendere per notizie di poco livello, cercano la qualità”. La professione è molto cambiata negli ultimi vent’anni, con i giornalisti molto più esposti alle critiche: “Siamo come acrobati che camminano sul filo senza una rete sotto. Tutto quello che facciamo è molto più visibile, un errore può compromettere una carriera. Per questo serve sempre più qualità”.

Ma commettere errori nel giornalismo può succedere a tutti. Alla domanda se fosse mai capitato a lui, il giornalista ha raccontato una sua esperienza del 2015: un servizio radio sui celiaci in Italia. Secondo il reportage, i celiaci godevano di più tempo libero per potersi preparare cibi senza glutine. Una ricostruzione rilevatosi falsa: “Per me è stata una sensazione orribile. Poteva essere dieci volte peggio se qualcuno se ne fosse accorto. Quando fate un errore è meglio assumersene le responsabilità e chiedere scusa”.

“Amate questo mestiere”

Livesay ha raccontato le difficoltà che un giornalista straniero incontra quando si stabilisce nel nostro Paese: “È veramente difficile interpretare l’Italia per un americano come me. Ci ho messo un paio d’anni per capire le dinamiche”. La difficoltà maggiore, capire a un Oceano di distanza che cosa possa interessare la propria audience: “Non è semplice spiegare a un americano chi siano Luigi Di Maio o Matteo Salvini, per la maggior parte di loro non significano nulla. Lo stesso vale per i loro partiti”.

Poi, una serie di consigli per i professionisti del domani: “Capisco che c’è molta paura per il futuro lavorativo, ce l’avevo anch’io. Ma quello che ho imparato è trasferire le capacità che noi giornalisti abbiamo nel cercare storie e utilizzarle per trovare opportunità di lavoro, o meglio ancora crearsele. Dovete conoscere cosa offre il mercato e muovervi in quella direzione”. “Siate in grado di offrire qualcosa di nuovo – conclude Livesay -, vendete qualcosa che le persone vogliono. Dovete amare questa professione e crederci sempre, se non lo fate avete sbagliato mestiere”.