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Nuova inchiesta “palloni gonfiati”: indagato anche il sindaco di Urbino Gambini con imprenditori e dirigenti

di ELISABETTA BARBADORO e GIACOMO TIROZZI

URBINO – I “palloni gonfiati” continuano a rimbalzare, questa volta nella ‘rete’ delle indagini è finito anche il sindaco di Urbino Maurizio Gambini. È indagato insieme ad altre 18 persone per false fatturazioni alla società calcistica Asd Pieve di Cagna, poi diventata Asd Urbino Pieve. Le ipotesi di reato, per dirigenti della società, imprenditori e due direttori di banca sono, a vario titolo, di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. I 19 avvisi di garanzia sono stati emessi dal Tribunale di Urbino venerdì 23 marzo, a conclusione delle indagini disposte dal Pubblico ministero Irene Lilliu e condotte dalla Guardia di Finanza.

I fatti contestati dalla Procura risalgono agli anni tra il 2012 e il 2017 e riguardano un giro di sponsorizzazioni gonfiate, dove parte delle somme cedute alla squadra sarebbero state restituite illecitamente agli imprenditori che ottenevano così vantaggi fiscali. Si tratta dello stesso modus operandi degli anni precedenti, che ha portato alla sbarra quattro dirigenti dell’Asd Pieve di Cagna, 16 titolari di aziende della zona e il direttore della filiale urbinate del Monte dei Paschi di Siena. Per loro il è arrivato il rinvio a giudizio lo scorso 16 febbraio.

I soldi delle sponsorizzazioni tornavano nelle mani degli imprenditori

Nell’indagine soprannominata “Palloni gonfiati bis”, le presunte modalità illecite sono le stesse: i dirigenti della società, secondo gli inquirenti, avrebbero sottoscritto regolari contratti di sponsorizzazione con alcuni imprenditori, che emettevano assegni intestati all’Asd Pieve di Cagna. Una volta incassato il denaro, i vertici della società versavano le somme su carte di credito prepagate intestate ai giocatori (alcuni dei quali hanno dichiarato di non esserne a conoscenza), con queste venivano prelevati contanti agli sportelli poco dopo, per poi, secondo la Procura, tornare in parte nelle tasche degli imprenditori sponsor che beneficiavano così di sgravi fiscali.

Per quanto riguarda il sindaco di Urbino, dalle indagini è emerso che, in qualità di titolare dell’azienda agricola “Terra Bio”, Gambini avrebbe sponsorizzato la squadra di calcio con due assegni da 15.000 e 10.000 euro, di queste somme, la società gli avrebbe restituito rispettivamente 8.000 e 5.000 euro.

A smascherare questo sistema, la scoperta di un file Excel trovato nel computer di Tiziano Pieri, uno dei vertici della società sportiva, dove erano indicate, per ogni azienda sponsor, le somme ricevute e quelle da restituire.

Indagati i vertici della società e 14 imprenditori

Otto dei 19 indagati sono già imputati nel primo processo sulle false fatturazioni tra gli anni 2010 e 2012, la prima udienza, per loro, si terrà il 18 maggio. Sono Lorenzo Ceccarini, presidente della società sportiva fino al 2014, Tiziano Pieri, ex segretario e dirigente della società, Marco Lucarini, ex direttore sportivo, Aurelio Lucadamo, direttore della filiale urbinate del Monte dei Paschi di Siena fino al novembre 2014, Simone Falconi, imprenditore titolare dell’omonima ditta individuale, Patrick Ligi, titolare di Geostudio Ligi srl, Roberto Bartolucci, della macelleria F.lli Bartolucci, Imridin Mackaj, della ditta Mac3 e Renzo Romagnoli, titolare di Renzo e Gosti aurea snc.

Oltre a Gambini, gli altri indagati sono, tra i dirigenti della società calcistica, Oliviero Capponi, presidente dal 2014 al 2016, e Giacomo Colocci. Tra gli imprenditori, Michele Orazi, titolare del bar Da Paco, Stefano Truffa, titolare dell’autocarrozzeria International, Filippo Zeppi, titolare di “Sole e impianti s.r.l.”, Luca Gulini, dell’azienda Termoidraulica e sanitari, Sergio Belpassi e Tyrone Dominici, titolari delle ditte individuali omonime, e Fabio Cleri, direttore della filiale di Urbino della banca Monte dei Paschi dal dicembre 2014.

Gambini: “Io innocente, il fatto non sussiste”

Sulla vicenda il sindaco è parso sereno: “Dimostreremo nelle sedi opportune che il fatto non sussiste. Io ritengo di essere nel giusto e ho fiducia che tutto si chiarisca” ha detto al Ducato, per poi aggiungere: “Da sempre abbiamo sostenuto le società sportive come la Urbino Pieve perché è la squadra della città e come tutte le ditte che hanno fatto la sponsorizzazione siamo finiti sul registro degli indagati. Noi abbiamo fatto come tutti gli anni. Abbiamo dato il sostegno alla società proprio perché in quel periodo c’era l’esigenza di aiutare la squadra in difficoltà finanziarie – afferma – Sono assolutamente sereno sulla vicenda perché sono consapevole di aver sponsorizzato la società nel pieno rispetto della legge. Per una cooperativa sarebbe assurdo fare 10.000 euro di sponsorizzazione per risparmiare 2.000 di tasse che alla fine diventano 200 euro”.