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Dopo
che la gran paura per i danni del Millennium Bug, che
doveva mandare in tilt gli ospedali, far cadere gli aerei
e far sganciare missili dalle basi nucleari, si è
dissolta nelle bollicine dello champagne bevuto allo
scorso Capodanno, i veri protagonisti dell'ansia legata
al computer sono tornati a essere loro, i virus
informatici. Tra i bit dei computer e soprattutto sulla
stampa gli ultimi virus informatici (come I Love You, ILY
o Melissa) sono divenuti famosi quasi quanto le malattie
vere. Gli esperti ne contano più di 24.000 divisi addirittura in diverse stirpi più o meno "velenose". Sono infezioni che aggrediscono i computer e i programmi che li fanno funzionare: alcuni di essi sono letali e capaci di distruggere tutti i dati resenti nellhard disk. Altri causano fastidiosi inconvenienti che rallentano o modificano il normale funzionamento della macchina. Poi ci sono le leggende, i falsi allarmi (in gergo hoax) che sfruttano la fama negativa dei virus e il timore reverenzaile che li circonda, per intasare la Rete e far sprecare tempo agli utenti. In tutti si raccomanda di non aprire determinati messaggi di posta elettronica per non venire immediatamente infettati da pericolosi virus. Ma almeno per ora è impossibile essere infettati solamente aprendo un messaggio. Furono 2 programmatori pakistani, i fratelli Amjad e Basit Alvie, a partorire il primo virgulto della pericolosa famigliola dei virus. Era il 1986 e il progenitore delle infezioni informatiche fu battezzato con il nome di Brain: era un programma in grado di duplicarsi da un floppy disk a un altro. Si è estinto quando sono usciti dal commercio i dischetti a bassa densità, gli unici che Brain poteva attaccare. Ora i parassiti informatici sono assai più evoluti. Ne esistono 3 "razze" principali. La prima è costituita dai virus BSV (Boot Sector Virus) che attaccano il programma di caricamento nella parte di avvio che il sistema operativo colloca all'inizio del floppy formattato. Poiché anche nel disco fisso esiste un settore di avvio, sarà contagiato inserito nel lettore. Il limite di questo tipo di infezione è che la diffusione è possibile solo tramite il trasferimento fisico del dischetto contagiato. Non hanno questa limitazione invece i virus dei file, che si attaccano ai file di programma (quelli di tipo .com e .exe) e ne modificano la struttura in modo che le istruzioni del virus siano caricate ed eseguite prima del programma originale. Ne sono imuni quindi i file che contengono testo o grafica perché non contengono istruzioni di programma. Ancora più pericolosa la terza famiglia di virus, quella delle macro. Il contagio infatti in questo caso sfrutta le macro, ovvero dei piccoli programmi (scritti in linguaggio Visual Basic for Application) contenuti all'interno di molti dei file di Microsoft Office. Quel che è certo è che il timore di essere colpiti spesso causa più danni dellazione del virus stesso. |
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