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Bambini e burattinai
"Sette capretti" a scuola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  Bambini e burattinai  
 
Il cavallo Freccia, come gli altri burattini è stato costruito dagli stessi attori

Lo spettacolo è appena finito. Un gruppo di bimbi circonda Venusta e Fabrizio. Lei ha in mano Freccia. Lui Toro Seduto. Simone, 8 anni, capelli ricci castani, occhi sgranati e bocca aperta tocca timidamente la criniera del cavallo.
Solo un ora prima la sala era piena di anziani. Sui tavoli di plastica mazzi di carte piacentine e qualche bottiglia di cedrata Tassoni.
Di fronte all’entrata, in alto sulla parete, una scritta blu: Bocciofila di San Giovanni in Persiceto – paese a 15 chilometri da Bologna - e sotto, le coppe color oro e argento vinte dai campioni di bocce.
Ore 18: con un camioncino bianchi che viene parcheggiato sul retro della sala, arrivano i dieci burattinai. Scaricano, stoffe, casse acustiche, e pupazzi colorati. Fabrizio è quello con più manualità: “Quella vite va stretta di più, quell’asse non è diritto”. Tre pareti di legno pitturato di nero, un drappo di velluto rosso in alto e le tele - che rappresentano il West, un circo e un luna park - fissate dietro al palco: in venti minuti la baracca è in piedi.

 
Intanto i vecchietti che prima giocavano a briscola sono spariti. La sala si è riempita di bambini, mamme e papà. Circa sessanta persone. Si spengono le luci. Dietro la baracca gli attori, in cerchio, con una mano sull’altra (proprio come a teatro) gridano la frase portafortuna: “merda”. Si apre il sipario, parte una musica western e una voce registrata annuncia: “La compagnia Senza Sipario, Arte e Salute onlus è lieta di presentarvi lo spettacolo dal titolo Campa Cavallo”.
Gli attori stendendo la mano sopra alla testa danno voce e vita ai burattini. Li hanno costruiti loro. Dai lineamenti del viso ai vestiti.

Tra gli spettatori under 10 si sentono risate e gridolini. Poi anche qualche frase: “Lo mordo?” chiede concitato il cavallo Broccoletto, rapito dal bandito Tippo Tappo “Si, stringi forte, più forte” rispondono alcuni bimbi seduti in prima fila. “Portiamo i malati mentali - spiega Elena Baredi, docente artistica della compagnia - a contatto con il mondo dell’infanzia. Siamo stati, e andremo, anche nelle scuole. Questi “matti”, alcuni anche fisicamente trascurati, non sono mostri per i bambini ma vengono accolti come chi ti racconta una storia. E’ la rottura di un tabù che vorrebbe escludere queste persone dalla società”.
Sul palco lo sceriffo Zeffirino e la sua amata Sarchiappona ballano e si scambiano baci affettuosi. Era l’ultima scena di Campa Cavallo. Applausi. Gli attori si congedano dal pubblico ballando a ritmo di tarantella.

 
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