HOME> La storia> La Carpe Cibum
La cooperativa del minuto fuggente
Nasce la Carpe Cibum
 
Dopo la presentazione del libro sul progetto di recupero degli invenduti, i ragazzi della Last Minute Market sono stati contattati da Coop adriatica che ha chiesto di poter applicare il loro modello a un ipermercato del bolognese. Il vero salto oltre il prototipo.

Il 7 gennaio 2003 la Last Minute Market ha ufficializzato la sua attività all’ Ipercoop di Villanova di Castenaso (vai a vedere l'esperienza al Centronova), alle porte di Bologna. Ma siccome ogni ipermercato ha una struttura e delle modalità molto diverse, ai ragazzi è servita una settimana di supervisione per studiare la gestione del lavoro all’ipermercato, la dislocazione dei vari reparti, la qualità e la quantità dei prodotti scartati, i punti dove fosse possibile svolgere tutte le procedure di smistamento.

Il 14 gennaio è finalmente partita la raccolta dei prodotti e la loro distribuzione alle otto associazioni (visitale qui) che hanno accettato di aderire al progetto, consapevoli, oltre che dei benefici, anche dei vincoli che tale adesione avrebbe comportato. Il sistema su cui si basa il lavoro della Last Minute Market è talmente complesso e delicato che un solo anello mancante rischierebbe di mandare in fumo il lavoro di tutta la catena.

Nell’agosto 2003 c’è stata l’ultima tappa significativa della Last Minute Market che, nata come onlus, ha dovuto affrontare diversi problemi burocratici di definizione legale. Di fatto l’attività dei sette ragazzi è stata da subito di volontariato, ma il pagamento del loro servizio da parte dell’Ipercoop si è scontrato dopo poco tempo con la definizione di onlus. Così da agosto è nata, da una costola della stessa associazione, la cooperativa Carpe Cibum, che meglio riflette la natura imprenditoriale del progetto e che integra comunque l’attività della stessa associazione. Luca Falasconi, infatti, oltre ad essere il presidente della Last Minute Market è uno dei due dipendenti della cooperativa insieme ad Anna, la studentessa del professor Segrè che si occupa tutte le mattine dello smistamento dei prodotti.

«A monte l’Iper paga il servizio in denaro – spiega Luca - mentre a valle le associazioni lo pagano con l’obbligo di venire negli orari e nei giorni stabiliti, dotandosi dei contenitori adatti per i prodotti refrigerati». Alla cooperativa, quindi, spetta la parte pratica del progetto, mentre l’associazione è diventata, e sarà sempre più nel tempo, una “vetrina” per tutti gli aspetti di immagine e di comunicazione che verrà presto dotata di un comitato scientifico. Anche se questa separazione ha più che altro una valenza burocratica. «Nulla impedisce infatti che, nel momento in cui la nostra attività si allargherà – spiega Luca – alcuni componenti della Last Minute Market diventino anche soci-dipendenti della cooperativa». E il guadagno? Finora il pagamento del progetto-pilota (leggi qui in cosa consiste) ha solamente consentito di coprire le numerose spese che i ragazzi hanno dovuto sostenere per avviare e mantenere il progetto. «Per il futuro stiamo studiando una serie di servizi aggiuntivi – dice Luca – e gli introiti varieranno dalla tipologia di servizio offerto: cominceremo a guadagnare davvero quando più ipermercati ci chiederanno di applicare il nostro modello di recupero (approfondisci com'è il modello)».

La storia  
All'università
E pratica fu
La Carpe Cibum  
Le associazioni
Torna alla Homepage
Inchiesta multimediale realizzata da Daniela Corneo. Ultimo aggiornamento aprile 2004