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Un cerchio che si sostiene da solo
Chi dona a chi
 
Tutto ruota attorno al dono che, secondo il modello economico messo a punto dal professor Segrè insieme ai suoi studenti, è in grado di stabilire un legame fra la “non offerta” e la “non domanda”, tipiche, la prima delle imprese for profit, la seconda di que lle no profit.

Da questo legame circolare creato dal dono si avrà direttamente un beneficio sociale (aiutando i bisognosi) e ambientale (diminuendo l’inquinamento), indirettamente un vantaggio economico (abbattendo i costi dello stoccaggio e dello smaltimento e diminuendo quelli della spesa sanitaria). Secondo il professor Segrè quella della Last Minute Market può essere definita un’economia solidale, perché le attività economiche create rafforzano la coesione sociale grazie a nuovi rapporti basati anche e soprattutto sulla solidarietà. L’ipermercato dona il cibo alla Last Minute Market che a sua volta lo dona alle associazioni (vai a visitarle qui).

Perché questo nuovo modello economico possa però essere sostenibile a livello sociale, ambientale ed economico, è necessaria un’altra caratteristica, quella che distingue la Last Minute Market: la prossimità spaziale di tutti e tre i soggetti coinvolti che, da un lato consente una maggiore possibilità nell’uso dei prodotti recuperati, dall’altro garantisce minore inquinamento.

In questo mercato parallelo che il professor Segrè definisce “non mercato”, la caratteristica di fondo dell’intermediario, la Last Minute Market, è quella di contribuire alla lotta contro la fame e contro lo spreco, indossando però l’abito dell’impresa, di cui usa strumenti e linguaggio. In questo modello economico, gli ipermercati diventano i clienti dell’intermediario, perché a essi è rivolta la propria offerta, mentre gli enti assistenziali rappresentano i fornitori, in quanto apportano un elemento del servizio, cioè la trasformazione in pasti e la distribuzione diretta delle eccedenze.

Affinché il servizio poi, oltre ad avere una valenza sociale, sia anche conveniente a livello economico, è necessario che l’intermediario diventi il riferimento esclusivo per le imprese che desiderano destinare le proprie eccedenze ai singoli enti. In questo modo alle imprese verranno evitati numerosi oneri di natura organizzativa e burocratica che l’intermediario si propone di alleggerire, garantendo sempre la sicurezza della destinazione e dell’utilizzo dei prodotti recuperati.

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Inchiesta multimediale realizzata da Daniela Corneo. Ultimo aggiornamento aprile 2004