Ridurre lo spreco. Questa la parola d’ordine
che ha dato origine alla Last Minute Market. Un obiettivo non
facilmente realizzabile, al quale, a catena, se ne sono incastrati altri.
La riduzione dello spreco di prodotti alimentari e non,
infatti, contribuisce a riequilibrare il mercato: da una parte diminuisce
l’inquinamento, dall’altra viene ridimensionato
il problema della povertà e della fame. Associazioni
e ipermercati ne ricavano inoltre un immediato vantaggio economico. Se
le prime vengono alleggerite dalle spese degli alimentari, i secondi godono
del quasi totale abbattimento della spesa relativa allo smaltimento dei
prodotti invenduti e del risparmio di tempo e lavoro dei dipendenti che
non devono più svolgere tutta una serie di operazioni, ora a carico
dei ragazzi della Last Minute Market.
Quando si parla delle finalità, il prof. Segrè (vai a leggere
l'intervista qui)le
riassume tutte in una parola che secondo lui identifica pienamente il
nuovo modello di recupero: sostenibilità.
Il modello studiato da lui e dai suoi studenti è innovativo, perché
sostenibile in quattro aspetti. A livello ambientale,
perché si riducono al minimo gli spostamenti e quindi l’inquinamento;
a livello sociale, perché il bene donato da economico
diventa socio-assistenziale; a livello economico, perché
viene mantenuta la destinazione originaria del prodotto e si risparmia
sullo smaltimento dei rifiuti. E infine, da parte di chi il servizio lo
offre, ci deve essere totale autosostenibilità,
uno degli aspetti più importanti e più innovativi del progetto:
«I ragazzi si devono mantenere - spiega il professor Segrè
- con i soldi che l’Iper dà loro, più o meno in base
al risparmio sullo smaltimento dei rifiuti e su certe operazioni, come
la "svalorizzazione" dei prodotti (vai a leggere qui
cos'è) che prima spettavano ai suoi dipendenti».
Ridurre lo spreco e farlo in maniera sostenibile: l’attività
della Last Minute Market ha finora centrato i suoi obiettivi.
E talvolta l’ha fatto per via indiretta. «Con il tempo abbiamo
notato che la quantità dei prodotti scartati è diminuita
– racconta infatti il professore – forse perché l’ipermercato
si è reso conto di tutto quello che butta via ogni giorno: come
ci si arrivi a noi non interessa, l’importante è ridurre
lo spreco». Sta di fatto che ai piani alti della Coop Adriatica
ci si è forse accorti che la presenza della Last Minute Market
può essere una forma di controllo interna molto efficace che permette
di avere un quadro preciso di quello che viene buttato e in quali quantità.
«Ci sono curve incomprensibili nello scarto dei prodotti –
dice Segrè – che permettono al direttore di prendere provvedimenti
con il personale di ciascun reparto».
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