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La crisi dei mutui tocca anche i giornalisti

di    -    Pubblicato il 2/03/2010                 
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Se sulla crisi dell’editoria si è detto molto, poco si sa della crisi dei giornalisti. Persone, e non grandi gruppi editoriali, che non ce la fanno a pagare le rate del mutuo e chiedono la possibilità di interrompere il pagamento per 12 mesi. Per i giornalisti che avevano stipulato un mutuo con l’istituto di previdenza di categoria, l’Inpgi, la possibilità di chiedere un “congelamento” per un anno era stata concessa già a maggio scorso a chi era stato messo in cassa integrazione o si era ritrovato senza contratto. Il 25 febbraio, aderendo al cosiddetto “Piano Famiglie”, l’opportunità è stata estesa anche ai giornalisti messi in mobilità o con un contratto di solidarietà.

I mutui accesi presso l’Inpgi sono attualmente 750. E’ difficile stabilire quanti tra i creditori avessero i requisiti per richiedere la sospensione, certo è che l’hanno chiesta in 14, ma molti pensano che ora altri sfrutteranno la possibilità. La crisi, cioè, sembra colpire anche una categoria generalmente vista come tra le più protette.

“La nostra scelta si è basata sull’osservazione oggettiva dei dati che dicono di un aumento dell’utilizzo degli ammortizzatori – ha spiegato al Ducato Online il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese – Noi abbiamo ritenuto prendere questa iniziativa per aiutare i colleghi in difficoltà a prescindere da quanti ne avrebbero usufruito”.

Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione nazionale della stampa (Fnsi) dal 2001 al 2007 e oggi membro del Consiglio generale dell’Inpgi, tenta un’analisi: “Forse le richieste sono state poche perché quelli che sono usciti dal mondo del lavoro hanno un percorso pensionistico che in qualche modo garantisce un reddito decente. Il clima però è preoccupante”. Tra il 2009 e la fine del 2010 gli esuberi saranno circa 800. Nella maggior parte dei casi sono giornalisti che hanno scelto o sono stati obbligati ad accettare il prepensionamento. In altri casi si parla di giornalisti di 58-60 anni che fino ad oggi hanno avuto stipendi piuttosto alti.

“Secondo me – dice Camporese – il numero di richieste di sospensione sarà maggiore nei prossimi mesi, ma fare previsioni è difficile, anche perché rimane una scelta individuale. Prevedo comunque un aumento. Non credo che arriveremo a un centinaio di posizioni, ma sicuramente aumenteranno soprattutto da parte di colleghi con stipendi non altissimi e che si troveranno in un momento di difficoltà”. D’accordo Giancarlo Tartaglia, direttore della Fnsi: “E’ probabile che questo tipo di domande aumentino nei prossimi mesi, ma non in misura eccezionale. Comunque questa richiesta è stata fatta dalla categoria e come sindacato abbiamo spinto l’istituto a prendere questa iniziativa”.

La richiesta della sospensione delle rate di un mutuo è un segno di malessere della categoria.“Noi siamo i più colpiti – dice Serventi Longhi – Anche perché la crisi dell’editoria non è strettamente legata a quella finanziaria. Già dal 2008 alcune aziende avevano chiesto lo stato di crisi. Situazione che ha riguardato soprattutto la carta stampata. La crisi finanziaria ha solo accentuato quella editoriale”.

Per Tartaglia invece “è difficile dire se la condizione dei giornalisti è migliore o peggiore di quella di altre categorie. Certo, bene non stiamo, ma reggiamo meglio di altri perchè nel corso dei decenni la categoria è riuscita a costruirsi una rete complessiva di garanzie sociali e ammortizzatori”.

La crisi ha colpito un po’ tutti. Stando ai dati dell’Ingpi, coloro che hanno richiesto la sospensione del pagamento del mutuo vanno dai 36 ai 60 anni, con un’età media di 48. I giornalisti più anziani sono quelli usciti dal mondo del lavoro e questo non si trasforma in maggior possibilità d’ingresso per i più giovani. “Io mi auguro che si apra una porta che è rimasta chiusa per più di due anni, ma sono pessimista su questa possibilità. Sul fronte occupazionale, i segnali sono che gli editori aumentano il numero delle collaborazioni, malpagate e sfruttate, e non trasformano questi contratti di collaborazione o a termine in contratti a tempo indeterminato”, dice Serventi Longhi.

Incerte le visioni per il futuro: “Il settore dell’editoria è perennemente in crisi. Come abbiamo risolto gli altri periodi, risolveremo pure questo. Il fondo l’abbiamo toccato, ora stiamo uscendo dal periodo più difficile”, pensa Tartaglia. Più pessimista Serventi Longhi: “Nelle condizioni per richiedere la sospensione del mutuo ci saranno sempre più giornalisti nel futuro. Il sistema si è infilato in una crisi di cui non si vede il fondo”

Guida alla rete:

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