Bassa spesa delle Marche in ricerca e sviluppo (R&S), e solo le imprese trainano l’innovazione e la crescita. E’ questo il quadro che emerge dal Rapporto Annuale Istat 2010, sulla ricerca e lo sviluppo per “competitività e crescita intelligente”. Dagli ultimi dati, rilevati nel 2008, la spesa totale delle Marche in R&S è di circa lo 0,7 per cento del Pil, distante dalla media italiana (1,23 per cento). E’ una quota che accomuna la regione a quelle più arretrate (Basilicata, Calabria e Molise) e molto inferiore a quelle che investono di più (Piemonte 1,88 per cento, Lazio 1,79 per cento, Friuli Venezia Giulia 1,37 per cento, Campania 1,35 per cento, Emilia Romagna 1,33 per cento e Lombardia 1,22 per cento).
Il dato confortante, che distingue le Marche dal ritardo del Mezzogiorno, è rappresentato dalla variazione della spesa in ricerca e sviluppo che hanno sostenuto le imprese. Tra 2000 e 2008 aziende e istituzioni private marchigiane, nel rapporto tra spesa R&S e Pil hanno investito una media del 22 per cento in più all’anno, lo stesso incremento percentuale delle imprese del Veneto, regione all’avanguardia nella crescita economica italiana, prima della crisi.
La Strategia Strategia Europa 2020, decisa dalla Commissione europea, pone come obbiettivo portare al 3 per cento del Pil la spesa in R&S. Target ancora molto lontano per l’Italia mentre altre nazioni come Finlandia e Svezia hanno già raggiunto e superato il traguardo.
(s.s.)