URBINO – Finanziamenti scarsi “da Quarto mondo”, classifiche discutibili ed errori interni di comunicazione sono le ragioni del basso ranking internazionale dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Lo spiegano al “Ducato” Mauro Micheloni e Giuseppe Giliberti, delegati rettorali alla ricerca e ai rapporti internazionali, commentando l’esclusione di Urbino dalle classifiche di valutazione sulla qualità della ricerca e sull’attrattività dell’Ateneo, pubblicate ieri nel “Rapporto Annuale 2010″ dell’Istat.
“La qualità della nostra ricerca è ottima, nonostante gli scarsi finanziamenti statali” ribadisce Micheloni. Il delegato non considera così attendibili i dati dell’Academic Ranking of World Universities, che escludono l’Ateneo “Carlo Bo” dalle prime cinquecento università che nel mondo si distinguono per qualità e reputazione della ricerca. “Ritengo più importanti le classifiche del Miur, in base alle quali si attribuiscono i fondi nazionali” afferma Micheloni. Secondo il delegato, gli indicatori utilizzati dalle classifiche internazionali sarebbero formulati in modo discrezionale: “E’ poco probabile che un’università come Trento (che figura in classifica, seppure al 407° posto per attrattività ndr) presenti risultati migliori dei nostri”.
Secondo le classifiche del World University Rankings del Times Higher Education, scarsa è la partecipazione di Urbino a progetti di ricerca internazionale. Una posizione non condivisa da Giliberti, che attribuisce il posizionamento non eccellente a problemi di comunicazione. “Molti dei nostri ricercatori sono inclusi nel ranking di altre università, con le quali hanno solo collaborato”. Giliberti fa però autocritica: “Non bisogna attribuire la colpa alle classifiche internazionali, ma riflettere sui nostri errori. Auspico quindi una maggiore attenzione dal punto di vista comunicativo da parte di Urbino”. Per questa ragione Giliberti ha annunciato la costituzione di una commissione ad hoc interna, con l’obiettivo di correggere gli errori di comunicazione alla base del basso posizionamento.
Micheloni ricorda però come Urbino sia ancora sottofinanziata: “Il Miur ci attribuisce risorse da “Quarto Mondo” che incidono negativamente su ricerca e didattica”. L’Ateneo pagherebbe anche l’impossibiltà di inserire i giovani dottorandi, a causa del blocco del turn over.
“Aspettiamo di completare il processo di statalizzazione – conclude Micheloni – sperando che il Miur decida finalmente di finanziare il nostro Ateneo in modo adeguato”. Solo allora Urbino potrà capire il suo effettivo posizionamento internazionale.