URBINO – Tsunami, sparatorie e rivolte in Medio Oriente: in un anno di eventi senza precedenti, le notizie che hanno trovato maggiore spazio sui media americani sono lo stato della loro economia e gli esteri. Year in the news 2011 – una ricerca che fa parte del nono rapporto sullo stato del giornalismo americano, pubblicato dal Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism – ha stilato una top ten delle notizie che dal 1 gennaio all’11 dicembre 2011 hanno ‘occupato’ i media americani.
Analizzando quasi 46mila notizie prodotte da 52 diversi mezzi di informazione tra giornali, siti web, tv e radio, questa è la classifica:
COME SI CAMBIA IN UN ANNO – Sempre più spazio viene dedicato agli esteri, soprattutto dopo il crollo della copertura della guerra in Afghanistan (scesa dal 4 al 2%). Il cambiamento più rilevante è l’aumento di notizie internazionali che non coinvolgono gli Usa, dall’11% al 18%, mentre per gli eventi che li coinvolgono direttamente la percentuale sale dal 9 al 10. In totale il 28% delle news trattate sono internazionali (erano solo il 20% nel 2010) e coprono da sole il 21% della top news, con 5 storie su 10.
Seguono l’operato del governo, salito dal 10 al 13%, e il crimine, dal 4 al 6%. Per quanto riguarda l’economia nel 2010 i due temi principali erano tasse e disoccupazione, mentre quest’anno l’attenzione è su budget e debito nazionale e sugli effetti dell’economia sul governo statale e locale. Nel 2010 tra le top ten anche immigrazione (ora scesa al 18° posto), istruzione (11°) e lotta al terrorismo (12°).
BLOG E TWITTER – Su internet non ci sono solo i siti di notizie. Per questo il rapporto analizza anche il flusso di notizie sui new media. Anche se blog e Twitter vengono utilizzati più o meno dallo stesso numero di americani (rispettivamente dal 14% e dal 13%), non vengono usati nello stesso modo. Su Twitter gli utenti danno priorità alle nuove tecnologie e ai nuovi prodotti, con news e recensioni, e alle celebrità. Sui blog, invece, si segue la linea dei mezzi di comunicazione tradizionali – 5 top news su 10 sono le stesse trattate dai media mainstream – anche se si trovano elementi in comune con il social network. Risultato: diventa sempre più evidente per i blog la funzione di forum di discussione di eventi pubblici.
NEWSMAKER – Tra coloro che fanno più notizia il primato indiscusso è del presidente Barack Obama, presente in 3802 notizie (l’8% delle storie analizzate), seguito dall’ex dittatore libico Muhammar Gheddafi, con 606 apparizioni, e da Herman Cain, 577, l’ex candidato repubblicano, famoso per le sue gaffe. Interessante come nella top venti dei newsmaker, tre sono leader del Medio Oriente: il Colonnello, Bin Laden e l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak.
SETTIMANE DA RECORD – Year in the news analizza gli eventi anche settimanalmente e, per la prima volta da quando PEJ ha iniziato gli studi, quest’anno si sono registrati ben cinque eventi che hanno concentrato su di se più del 50% delle notizie uscite in una certa settimana:
- l’uccisione di Osama Bin Laden (69% – 2-8 maggio)
- la sparatoria Giffrods (57% – 10-16 gennaio)
- lo tsunami (57% – 14-20 marzo)
- gli eventi in Medio Oriente (56% – 31 gennaio-6 febbraio)
- l’economia (52% – 25-31 luglio)
INTERESSE DEL PUBBLICO – La tendenza generale del pubblico è di essere d’accordo con i media. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’attenzione pubblica corrisponde all’alta copertura mediatica (3 su 5 top news). Secondo la ricerca di Pew research Center for the people and the press la notizia che ha generato più interesse nel pubblico è stato lo tsunami nella settimana del 14-20 marzo con 55% di attenzione pubblica, corrisposta da un 57% di copertura mediatica. Per l’uccisione di Bin Laden il 50% del pubblico si è dichiarato interessato e ha potuto tenersi informato contando sul 69% di spazio sui mezzi di informazione per la notizia. Situazione simile per la sparatoria a Tucson, interessante per il 49% del pubblico e coperta al 57%. In molti casi però l’interesse è andato oltre la copertura mediatica, come per lo tsunami, che nella seconda settimana interessava il 50% degli americani, ma ha ricevuto uno spazio del solo 15%.
Alcuni avvenimenti interni, come le tempeste invernali o i tornado, interessavano molto il pubblico (45%) ma hanno trovato poco spazio nei mezzi d’informazione (solo 8%). Stessa copertura per il ritiro delle truppe dall’Iraq, che interessava invece il 34% degli americani