URBINO – Negli anni Ottanta Peter Gabriel cantava Shock the Monkey: un esplicito riferimento al consumo di eroina che flagellava Europa e Stati Uniti. Ora le droghe sono cambiate; le più subdole non lasciano buchi sulle braccia ma distruggono allo stesso modo milioni di famiglie: sono le slot machine. La somma totale giocata nelle slot dei bar a Urbino, ipotizzata sulle base delle dichiarazioni dei gestori intervistati, supera ogni mese i 70.000 euro. Nelle Marche il totale del gioco d’azzardo, sempre mensilmente, muove una media di 98 milioni di euro di cui una metà proviene proprio dalle slot.
Il dato urbinate, però, è sottostimato perché diversi esercenti – spesso quelli dei bar che hanno salette dedicate al gioco d’azzardo – si rifiutano di dare informazioni e intimano di “non ficcare il naso in queste cose”. Nella città ducale la somma giocata potrebbe verosimilmente superare i 140.000 euro al mese. Una barista approfitta dell’assenza del titolare per parlare delle slot: “Con la crisi economica non sono diminuite le persone che giocano. Poco tempo fa ho visto un uomo giocare più di 500 euro in poche ore”.
Nel 2011 il mercato del gioco d’azzardo in Italia ha incassato 18,5 miliardi di euro, il 30% in più rispetto al 2010. Più della metà, 56,3% è arrivato dalle le slot machine. Un altro dato preoccupante diffuso dal Conagga (Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) è la spesa pro capite: in Italia, ogni anno, i maggiorenni spendono 1.703 euro a testa per tentare la fortuna. Sempre nel 2011 nelle Marche sono stati giocati complessivamente 1,7 miliardi di euro, con una media mensile di quasi cento milioni euro e con un picco a dicembre di 120 milioni di euro. In Liguria, regione con una popolazione molto simile a quella delle Marche, sono stati giocati quasi 1,2 miliardi di euro. Anche nella regione del nord, come in tutte quelle d’Italia, si ha avuto un picco di giocate a dicembre.
Secondo la Federserd (Federazione italiana operatori dei dipartimenti e dei servizi per le dipendenze) nel 2012, in Italia, circa un milione di persone risultava affetto da ludopatia. In una parte dei giocatori patologici, circa duecentomila, si riscontrava una forma grave. Per Alfio Lucchini, presidente della Federserd e psichiatra “il gioco d’azzardo patologico ha tutte le caratteristiche di una tossicodipendenza; le slot machine sono delle ‘droghe’ assimilabili a sostanze stupefacenti come cocaina ed eroina. Le slot machine hanno una forte capacità di attrarre le persone e portarle a comportamenti compulsivi”.
Le slot machine usate nei bar e nei locali sono conosciute come Avp (Apparecchi con vincite in denaro). Queste macchine restituiscono il 75% dei soldi inseriti in vincite e le imposte da versare allo stato sono il 12.7% del totale dei soldi giocati come tassa Preu (Prelievo fiscale unico). In poche parole, il guadagno netto per concessionari e gestori è del 12,3% sul totale delle giocate, ma non è ripartito equamente, dipende da accordi privati tra le due parti. In questo ambito l’evasione fiscale è molto alta. Per questo il Movimento 5 stelle ha chiesto al Governo, attraverso un’interrogazione parlamentare, di attivarsi per recuperare 98 miliardi evasi da alcune società concessionarie di slot machine, oltre a vietare in modo definitivo videolottery, slot machine e gioco d’azzardo online.
In un bar del centro il titolare minimizza il giro d’affari delle Avp: “Non ci sono soldi, la gente non gioca più alle slot”. Se gli si chiede perché le tenga ancora nel suo bar risponde. “Riusciamo a guadagnare 200 o 300 euro al mese. Poi è un gioco come un altro; prima c’erano le carte, ora ci sono le macchinette”. In tempi di crisi si giocano più soldi: secondo i Monopoli di stato, fino a ottobre 2012, il gioco d’azzardo ha registrato il 19,8% in più rispetto all’anno precedente.
“Nella maggior parte dei casi il giocatore d’azzardo non è un milionario, ma una persona con un tenore di vita medio-basso e con aspettative di vincita miracolistiche” spiega il presidente di Federserd. E continua: “Negli ultimi 8 anni le persone che si rivolgono ai nostri centri sono aumentate dell’800%, da 1000 a 8000. Ed è solo una piccolissima parte di quelli che avrebbero bisogno di cure”.
Non tutti i gestori sono favorevoli alle slot: uno di loro, Roberto, gestisce un piccolo bar in via Mazzini e racconta di aver assistito alla rovina di centinaia di persone quando lavorava in un locale di Friburgo: “Sono contrario alle macchinette, rovinano le persone. Non mi interessa guadagnare di più; preferisco che i ragazzi vengano qui per prendersi un panino o un caffè e si mettano a chiacchierare. Non voglio che le persone si trasformino in zombie”. Roberto racconta di aver visto persone inveire contro le slot macchine e prenderle a calci.
Al bar Kiaroskuro di via Comandino, l’ex Canasta, diversi clienti entrano per giocare esclusivamente alle macchinette. Schiacciano un pulsante e guardano scorrere i simboli che potrebbero portare a una combinazione fortunata. Alcuni non riescono ad aspettare che i simboli si fermino e introducono monete da un euro in più macchine di seguito. Qui le 8 slot machine disponibili hanno uno spazio tutto loro: una piccola saletta ricavata apposta per il gioco d’azzardo. Come confermato da diversi gestori di bar “i giocatori di slot machine non vogliono essere guardati mentre giocano. Si cerca di mettere le macchinette nei posti più defilati altrimenti chi vuole giocare sceglie un altro posto”.
Quando si chiede al marito della signora che gestisce il Kiaroscuro quanto sia il ricavo netto delle slot machine, lui si limita a rispondere: “Non sono cose che ti riguardano”. Poi smette di parlare. Nel frattempo entra un nuovo cliente: non guarda in faccia nessuno, va verso le luccicanti slot machine e apre il portafoglio.