URBINO – Ci sono anche due urbinati, dirigenti di un’azienda pesarese, tra i 23 indagati dalla Guardia di Finanza per l’operazione “Green War”. Sono state sequestrate 1500 tonnellate di mais e 76 tonnellate di soia contaminati provenienti da Ucraina e India. Gli alimenti provenienti dall’India sono ancora sotto analisi per capire che tipo di pesticidi siano stati usati, perché, come spiega Francesco Pastore, comandante della guardia di finanza di Pesaro, “non si conoscono ancora i prodotti chimici contaminanti e che effetto avrebbero potuto avere sull’uomo”.
“Green war“ ha smascherato la truffa di alcune società del settore agricolo che importavano cereali contaminati da ogm (organismi modificati geneticamente) e pesticidi chimici da paesi extraeuropei, spacciandoli come biologici e falsificandone la certificazione di conformità comunitaria. I prodotti erano destinati sia all’alimentazione umana e di animali.
Sono finite sotto indagine società italiane delle Marche, dell’Emilia Romagna, del Molise, della Sardegna e dell’Abruzzo. Queste società controllavano sia aziende agricole operanti in Moldavia e Ucraina, sia gli organismi, con sede a Fano e Sassari, che dovevano certificare la conformità dei prodotti.
Come spiegato da Pastore “le società italiane sotto indagine bypassavano i controlli nazionali facendo sdoganare le merci a Malta dalle aziende estere controllate: in questo modo riuscivano a far entrare in Italia le merci attraverso personale italiano che lavorava sull’isola”. L’operazione si è svolta in collaborazione con l’Ispettorato repressioni frodi di Roma.