GABICCE MARE -L’unica tappa marchigiana del 96esimo Giro d’Italia è passata ieri dalle alte Marche con la cronometro Gabicce-Saltara. L’inglese Alex Dowsett è stato il più veloce ma la maglia rosa è andata a Vincenzo Nibali, arrivato quarto, che ora nella classifica generale ha 1’16” di vantaggio dal favorito Bradley Wiggins.
Fin dalla prima mattina, a Gabicce, si respira un’aria di festa: tutto rosa, musica e risate. In strada ci sono anziani, bambini, famiglie e ragazzi. Lungo i marciapiedi, al là delle transenne, centinaia di persone si sono radunate per applaudire i propri beniamini. C’è chi segue il giro da anni in cima a una scaletta appositamente dipinta di rosa; c’è chi ha appeso una bici in terrazzo per partecipare alla festa e c’è chi si affaccia al balcone in pigiama, rigorosamente rosa. Una gigantografia di Marco Pantani sovrasta via della Vittoria (dove inizia la gara) e tra il pubblico c’è chi espone con fierezza una bandiera con il disegno di un “pirata”: la città ricorda così il mito del cicilismo che proprio da queste parte è nato e cresciuto.
Alle 8 del mattino i team sono già al lavoro: scaricano le bici dai pullman, preparano i rulli per il riscaldamento e organizzano la giornata. A sorpresa alcuni di loro ricevono la visita dei medici per il controllo antidoping degli atleti. Normale routine.
All’hotel San Marco, poco distante da via della Vittoria, alloggia la Lampre, storica squadra di cui fanno parte due ciclisti marchigiani: Michele Scarponi e Simone Stortoni. Cereali, latte di soia, Nutella ma anche uova, prosciutto e formaggio: la mattina della gara si inizia con una ricca colazione. Seduti a tavola ci sono Durasek Kristijan, Simone Stortoni e Serpa Perez Josè Rodolfo che smorzano la tensione chiacchierando con l’addetto stampa, Andrea Appiani e i massaggiatori Andrea Bolzonaro e Michele Del Gallo.
Una cronometro di 55 chilometri in un’ora e poco più è ciò che li attende nel pomeriggio. Tra le 12 e le 16 tutti i corridori scendono in strada secondo un ordine inverso che vede gli ultimi in classifica partire per primi e viceversa.
Mentre i tre fanno colazione c’è già chi si scalda sui rulli: Roberto Ferrari è uno dei primi a partire e sul terrazzino dell’hotel si “prepara” i muscoli mentre curiosi e tifosi scattano foto e chiedono autografi. Piano piano gli atleti partono e l’hotel si svuota.
La gara passa per Pesaro, dove si respira la stessa aria festaiola di Gabicce: c’è chi improvvisa un barbecue a bordo strada e tra un panino con la salsiccia e una birra aspetta il passaggio del suo campione. San Bartolo, piazza del Popolo, Trebbiantico e poi Novilara gli ultimi paesaggi pesaresi prima di Fano e Saltara.
Al traguardo, dopo gli ultimi scatti e interviste un curioso ed esclusivo trattamento defaticante attende gli atleti della Lampre: la cryosauna. “Finita la gara – spiega Philippe Cros, responsabile del macchinario – si entra per 3 minuti in un box a -140 gradi, rigorosamente con calzini e mutande, per far affluire il sangue al petto. Quando si esce lo shock termico provoca un rilassamento dei muscoli e una grande sensazione di benessere”.