Avevano annunciato una “radicale e dolorosa ristrutturazione” della redazione: di fatto, hanno licenziato la metà dei dipendenti. Si tratta di Sardegna Uno, la più importante emittente regionale sarda dopo la storica Videolina. Il licenziamento collettivo ha coinvolto 13 dipendenti su 26: in particolare cinque giornalisti su dieci, quattro tecnici della messa in onda, due dell’area produzioni, uno dell’area tecnica e uno dell’amministrativa.
La maggior parte dei dipendenti è in sciopero da diverse settimane contro la “gestione indecente” dell’azienda da parte degli editori, contro il ritardo – di alcuni mesi – nel pagamento delle spettanze e contro l’assenza di chiarezza sulle strategie di rilancio dell’emittente.
Risposte che in parte sono arrivate ieri: “La tv continuerà a esistere – hanno assicurato gli editori in un comunicato – dotandosi necessariamente di un nuovo modello organizzativo, in assenza di imprenditori disposti a ripianare annualmente le perdite con proprie risorse personali”.
Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, ha chiesto il blocco immediato dei licenziamenti. “È una vicenda che presenta aspetti complessi – si legge in una nota della Regione – stante anche il recente passaggio di proprietà”. I nuovi editori sono subentrati a Giorgio Mazzella, presidente di Banca di Credito Sardo-Gruppo Intesa, l’estate scorsa: si tratta di Sandro Crisponi, ex amministratore delegato, che ora detiene il 71% delle quote, e due giornalisti che già collaboravano con la testata: Luigi Ferretti (19%), ex responsabile del circuito televisivo 7Gold, e Mario Tasca (10%), ex direttore del tg di Sardegna Uno.
La Federazione nazionale stampa italiana, al momento della cessione, aveva denunciato la scarsa trasparenza dell’operazione. Il dubbio, infatti, era che i nuovi editori – professionisti, ma non imprenditori – non avessero capitali sufficienti per far ripartire l’azienda. “I contorni del passaggio sono chiari – aveva dichiarato il segretario nazionale della Fnsi, Franco Siddi – ma il cuore no. Allo stato attuale sembrerebbe un passaggio di gestione, non di proprietà”.
Secondo i media sardi, all’orizzonte c’è uno sciopero generale di tutti i giornalisti dell’isola e l’occupazione di Sardegna Uno. “Il Sindacato – si legge in una nota – ricorda che i lavoratori di Sardegna Uno hanno subito per due anni il Contratto di solidarietà che ha ridotto il loro stipendio del 33%. Ma neppure questo è bastato. Anzi si sono dovuti rivolgere alla magistratura per il mancato versamento dei contributi al Fondo integrativo”.