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“Internet nuoce al giornalismo ragionato” cancellata la domanda dal quiz dell’Ordine

di    -    Pubblicato il 26/02/2014                 
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URBINO – Il giornalismo “ragionato” contro la “cultura di Internet”. La singolar tenzone vista dal podio dell’Ordine nazionale dei giornalisti sembrava avere un esito netto, cioè che “Il giornalismo ragionato e d’approfondimento della carta stampata rischia di essere indebolito dal primato della cultura di internet”. Un assunto, una sentenza, che non poteva passare inosservata per molto. E infatti il giornalista Pino Rea  ha subito denunciato quel quesito (il numero 9), parte di un test del primo corso online da dieci crediti organizzato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti. Dopo 24 ore di indignazione scatenate dal suo post e da quello di Marco Pratellesi su L’Espresso, la domanda è stata rimossa dai test.

Deontologia

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Il fatto era stato segnalato il 24 febbraio da Rea, che peraltro è anche un membro del Consiglio nazionale dell’Ordine e membro del gruppo “Liberiamo l’informazione“, sul sito Lsdi di cui è responsabile: “Mi riesce difficile – scrive Rea nel suo articolo –  immaginare di far parte di un organismo retto da qualcuno che non solo la pensa in quel modo ma ritiene quel giudizio un fatto assodato, un assioma ”deontologico”, tanto da farlo inserire (o permettere che esso venga inserito) fra i principi del corso online di deontologia”.

Il giorno seguente il Comitato tecnico scientifico dell’Ordine  (che ha in mano tutta l’organizzazione della formazione permanente dei giornalisti ed è incaricata di approvare i test), ha deciso di eliminare la domanda ‘incriminata': “ È innegabile – si legge nel comunicato diffuso dal Cts – che, per sua natura, Internet sia più ‘reattivo‘ rispetto alla carta stampata che ha invece tempi più dilatati. È altresì innegabile che gli sviluppi dell’informazione sembrano portare nella direzione ‘suggerita’ in qualche modo dalla domanda: se vorrà sopravvivere, la carta stampata dovrà approfondire i temi che Internet sarà in grado di sviluppare in tempo reale. La domanda però si presta evidentemente a interpretazioni differenti rispetto allo spirito degli estensori del testo. Per questo motivo, il Cts ha proposto al Cdg (il centro di documentazione giornalistica che ha redatto il quiz  n.d.r.) di sostituirla con un’altra domanda e di controllare che nei test già effettuati la risposta non sia stata determinante ai fini del passaggio alla lezione successiva”.

Pentito o no dell’errore, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, non sembra aver particolarmente apprezzato la segnalazione del giornalista Pino Rea e ha dichiarato al Ducato: “Ringrazio Pino per la segnalazione, ma trovo che questa sua uscita pubblica sia pura demagogia accattona”.  Mentre il gesto è stato apprezzato da Marco Pratellesi nel suo mediablog su L’Espresso: “Non so chi abbia realizzato il corso per l’Ordine. Possiamo convenire che il giornalismo non sia una scienza esatta, ancorché abbia regole codificate in almeno duecento anni di professione. Però francamente, sono sbalordito e non riesco a capire, come l’ottimo Pino Rea”.

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