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Massimo Baldacci: “Il mio sarà un programma condiviso, sarò un rettore di unità”

di    -    Pubblicato il 27/03/2014                 
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Massimo Baldacci

URBINO – “Sarò un rettore di unità”. Massimo Baldacci, protettore ai Processi Formativi e candidato rettore all’Università di Urbino, ieri durante il seminario di Riflessione sul futuro dell’Ateneo ha voluto confrontarsi proprio con tutti: studenti, professori, ricercatori e personale amministrativo. “Ancora non c’è un programma, lo vogliamo decidere insieme a chi vive ogni giorno l’università”, ha affermato. Un incontro durato più di 4 ore. “Questo dimostra la nostra volontà di cambiamento, di ascoltare tutte le istanze”.

Baldacci ha le idee chiare e al Ducato racconta: “L’obiettivo è quello di affrontare le sfide della prossima stagione a partire dalla ricerca, dalla didattica e dal rapporto con il territorio. Dobbiamo fornire i giusti sostegni ai ricercatori anche a livello pratico: mi riferisco a laboratori e biblioteche”.

Puntare sugli elementi di forza dell’Ateneo è il primo passo: “La nostra università ha una capacità d’attrazione nazionale. E poi qui ad Urbino c’è un rapporto qualitativo diverso con gli studenti, qui si ritrova il senso della comunità. Per questo uno studente dovrebbe iscriversi da noi”.

Allo stesso modo Baldacci ha ben presente i problemi che negli anni hanno tolto prestigio all’Ateneo: “Abbiamo sofferto la mancanza di risorse finanziarie. Dovevamo innanzitutto colmare i debiti contratti. In questo modo abbiamo perso professori e personale amministrativo . Questo ha causato una debolezza potenziale, anche se abbiamo buoni anticorpi: negli anni la quota degli iscritti è rimasta costante”.

“I nostri studenti - continua Baldacci – non sono dei clienti, sono degli interlocutori a pieno titolo. E’ importante permettere a tutti loro di accedere alle borse di studio, un riconoscimento di un diritto previsto dalla Costituzione. Per questo sono contrario al prestito d’onore: lo Stato scarica i costi dell’istruzione sulle loro famiglie”.

Sull’offerta formativa poi afferma: “Deve essere pluralista e di massa. La nostra sfida è quella di formare l’elite ma anche democratizzare l’università”. Ma niente raccomandazioni: “Con me va avanti chi lavora con capacità e il merito si dimostra nei servizi effettivamente resi alla comunità”.

Alle prossime elezioni del 28 e 29 maggio, Baldacci concorrerà alla carica di rettore insieme al professor Giorgio Calcagnini, docente di Economia monetaria all’Università di Urbino, al prorettore e direttore della Scuola di Scienze Motorie, Vilberto Stocchi, a Stefano Papa, presidente della Facoltà di Scienze e Tecnologie. Il successore di Stefano Pivato rimarrà in carica sei anni, dal 1 novembre 2014 al 31 ottobre 2020.

“L’elezione del rettore”, afferma Baldacci, “deve essere un momento di confronto e non di lacerazione. I nostri nemici sono fuori e non dentro. Sono quelli che vogliono chiudere l’università di Urbino. Non voglio convincere nessuno che sono il miglior candidato. La nostra università ha la sua identità, la sua storia. Chi taglia le radici muore ma dobbiamo anche essere capaci di interpretare le trasformazioni, proiettandoci verso il futuro”.

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