URBINO – “Prima dell’ordinanza era un macello: cocci di bottiglia nel water, tubature otturate, lavandini distrutti. Ora il venerdì mattina è meno infernale”. Pasquale Di Spirito, 39 anni, gestore dei servizi igienici del centro storico, è sicuramente tra i maggiori beneficiari dell’ordinanza anti-alcol, il provvedimento della giunta Gambini che vieta da ottobre di trasportare alcolici nel centro storico dalle 20.30 alle 7.
Di Spirito non nasconde la sua soddisfazione: per lui, l’ordinanza è l’unico modo per iniziare a debellare gli atti di vandalismo a cui Urbino è sempre stata abituata: “Negli anni abbiamo assistito a scene raccapriccianti. I bagni pubblici di Valbona (a pochi passi da piazza della Repubblica, ndr) sono stati da sempre il bersaglio preferito dei giovedì sera. Tutte le settimane la stessa storia, non se ne poteva più”.
L’alba del venerdì mattina per Di Spirito è sempre stata da panico: muri cadenti, bottiglie di vetro distrutte, cocci sparsi ovunque, water spaccati e inutilizzabili: “Alcuni atti di vandalismo purtroppo sono ancora presenti – ha raccontato – ma almeno abbiamo debellato il fenomeno dei cocci di vetro sparsi nel water, che creavano non pochi problemi agli scarichi”.
Il cammino è però ancora pieno di ostacoli: “L’ordinanza è positiva, però non bisogna fermarsi qui. Purtroppo siamo di fronte ad un problema sociale, che coinvolge gran parte degli studenti di Urbino. Manca disciplina, manca educazione. Adesso, per esempio, c’è una nuova moda: i writer. Imbrattano le mura dei bagni con scritte e disegni vari. Li ho anche visti, ma purtroppo non sono riuscito a prenderli. Non si rendono conto che provocano un danno a tutta la comunità”.
Tanti i problemi da affrontare, così come tante sono le soluzioni proposte dall’amministrazione. Per Pasquale la via da seguire è una sola: “L’ho sempre detto, a mio parere i servizi igienici dovrebbero diventare a pagamento. Solo così potremmo creare un deterrente per i vandali, lasciando i bagni puliti e integri per chi realmente ne ha bisogno”.
Da 20 anni a Urbino, Pasquale ha visto passare sotto i suoi occhi ben 5 generazioni di studenti, ed è stato studente a sua volta: “Sono originario dell’Alta Irpinia, ma vivo qui dal 1996. Mi sono laureato in Scienze politiche nel 2002, una passione, ma ho sempre lavorato. La città mi è piaciuta da subito. Ad Avellino non avevo più stimoli. Così decisi di chiamare mio padre: ‘Papà, a casa non ci torno: io resto a Urbino’. Adesso mi sono sposato da un mesetto e vivo a pieno tutti gli eventi della comunità urbinate”.
Urbino è la sua nuova casa, non manca occasione per ripeterlo. Quando sente commenti negativi sulla città proprio non si frena: “Sento troppe critiche, spesso da parte degli studenti. Urbino è un gioiello e come tale va tutelato. Le nostre librerie sono piene, tra le nostre strade si respira cultura. Non è un’atmosfera che si respira dappertutto. Una cosa è certa: ho trovato il mio habitat perfetto e da qui non me ne vado”.