URBINO – Cinque operai sono rimasti senza lavoro e altri tre con riduzione d’orario dopo che Urbino servizi ha ridotto l’appalto alla cooperativa Opera per una serie di attività che svolgeva al Mercatale, alla biglietteria del Terminal Santa Lucia e di pulizia in diverse zone della città. A denunciarlo è la stessa Cooperativa Sociale Opera, impegnata nel reinserimento lavorativo di persone appartenenti alle fasce più deboli. Il cambio di gestione è stato deciso per impiegare addetti “più idonei” all’accoglienza con una preparazione specifica e conoscenza delle lingue.
“Cinque lavoratori addetti ai parcheggi e alla biglietteria degli autobus vedono per il futuro prossimo la cassa integrazione – spiega Mario Rosati, vice-presidente della Opera – a loro si aggiungono gli altri tre, occupati nelle pulizie di aree pubbliche, che hanno subìto una riduzione dell’orario di servizio”. Una prospettiva che ha portato uno degli occupati a licenziarsi. I loro compiti sono quelli di pulire luoghi pubblici, come parcheggi, piazzali e altre aree del centro storico. Quattro degli otto lavoratori interessati dalla decisione di Urbino Servizi sono soggetti ‘svantaggiati’. Nella categoria rientrano persone con invalidità fisica, invalidità psichica, ex detenuti oppure individui con problemi di tossicodipendenza.
Alla base della decisione la necessità di Urbino Servizi (gestore delle strutture) di rafforzare l’offerta turistica. Rosati ha spiegato che l’azienda pubblica “richiedeva persone più preparate” per l’accoglienza dei turisti. Del gruppo di cinque addetti al Borgo Mercatale, tre erano impegnati nella gestione del parcheggio: controllavano i pagamenti, facevano piccola manutenzione e si occupavano degli accessi all’ascensore. Altri due vendevano i biglietti del trasporto pubblico locale e, con l’apertura del terminal Santa Lucia, erano stati trasferiti nella nuova struttura. I cinque sono senza occupazione dal 31 gennaio. Il gruppo è composto da addetti ‘storici’, la maggior parte impiegata al Mercatale da quasi 28 anni. Per loro “stiamo valutando prospettive”, ha detto Mario Rosati. “Altrimenti, saranno licenziati”, dopo l’eventuale periodo di cassa integrazione.
“Nel tempo l’attenzione dei soggetti pubblici al reinserimento delle fasce più deboli nel mercato del lavoro è diminuita – ha affermato Rosati – le nostre proposte e la nostra disponibilità non vanno a vantaggio della cooperativa come impresa, ma della collettività”.
Per cercare di risolvere le difficoltà delle persone seguite, la Opera ha pensato a una nuova proposta: far lavorare cinque persone con più di 30 anni nell’area di Urbino e di affiancarle a due tutor. Il progetto è stato presentato al Comune il 13 gennaio, ma il vice-presidente della Opera ha spiegato che dall’amministrazione non è ancora arrivata una risposta.
Ma il sindaco Maurizio Gambini, interpellato sulla questione, ha fornito una versione diversa. “Mi sono incontrato mercoledì 4 febbraio con un responsabile della cooperativa e con la Cgil per verificare una possibile ricollocazione di questi lavoratori”, ha affermato Gambini, che ha definito “non adeguato” il servizio offerto dai lavoratori della Opera. “Il fatto che in un posto di lavoro dove si fa front office la persona non conosca le lingue straniere parla da solo”, è la posizione del sindaco. L’ipotesi di Gambini prevede di “affidare a cooperative la manutenzione del verde e la gestione del cimitero”. Per il momento, non si è deliberato in proposito.