A Urbino turisti in forte calo, nonostante i prezzi bassi. “Colpa della psicosi da sisma”

di MARIA CONCETTA DE SIMONE

URBINO – Confermate le previsioni turistiche di inizio anno che annunciavano un calo di prenotazioni nella zona del Montefeltro. Oltre ai centri più colpiti dal sisma del Centro Italia, anche per città come Urbino la “psicosi” da terremoto ha influito portando un calo di almeno la metà del flusso turistico rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A marzo il crollo delle prenotazioni, in vista delle festività pasquali, era evidente e sembra che da allora non sia cambiato nulla. Nonostante molti operatori pratichino prezzi da bassa stagione.

“Da novembre a oggi la situazione era catastrofica, si registrava una diminuzione del 70% – conferma il responsabile Confcommercio Egidio Cecchini – molte delle persone che avevano già prenotato un soggiorno a Urbino disdicevano le prenotazioni. Le gite scolastiche e i viaggi organizzati quest’anno sono stati meno della metà rispetto agli anni precedenti. Ora, con la stagione estiva, c’è un lieve miglioramento, ma i numeri si attestano sempre intorno al 50-60% in meno. Bisogna aspettare le statistiche ufficiali per avere conferma”.

D’accordo è Maddalena Montebovi, direttrice dell’Albergo Italia che sottolinea come le strutture, pur di incentivare i turisti, stanno mantenendo tariffe di bassa stagione e che questo comporta anche un calo delle assunzioni stagionali. “Se prendiamo i numeri dei primi 20 giorni di giugno dello scorso anno e li paragoniamo a quelli del 2017, vediamo un calo di circa il 14%. Il problema non riguarda i turisti stranieri, loro sono persino in aumento, sono gli italiani a non venire più in vacanza”. Tra il 2016 e il 2017 gli italiani in vacanza a Urbino sono calati del 34%.

Quello che vive oggi la città ducale è un turismo mordi e fuggi: “Le persone alloggiano in strutture che si trovano in altre città e vengono a Urbino a trascorrere una giornata”. Il calo turistico è infatti meno evidente per quanto riguarda i servizi di ristorazione che tra gite, lauree e appunto turisti in visita giornaliera hanno coperti assicurati.

“A creare allarmismo sono stati anche i media. Quando si parla di terremoto si generalizza e si fa riferimento a tutte le Marche – lamenta il dipendente di una struttura alberghiera – la Regione ha fatto una grande campagna pubblicitaria, trasmessa da emittenti televisive e radiofoniche, ma su dieci spot il nord delle Marche, Urbino compresa, è stato nominato appena un paio di volte”.

Anche Andrea Mini, amministratore dell’Hotel Mamiani, registra un lieve calo delle prenotazioni: “Dalla nostra apertura, a fine marzo, a oggi le richieste sono diminuite del 20%”.

Numeri che non sembrano essere in aumento per i prossimi mesi nonostante la decisione di molti albergatori di mantenere prezzi da bassa stagione. Si parla di sconti di circa 15-20 euro a camera. “Non lavoravamo con tariffe così basse dal ’95”, sostiene Giulio Lonzi, proprietario dell’Hotel Raffaello e consigliere di Confturismo. Secondo Lonzi però le cause non sono solo da attribuire al sisma del 30 ottobre 2016, “Urbino non ha un’amministrazione comunale che incentiva il turismo. Non abbiamo neanche un assessore al turismo. I dati di Palazzo Ducale sono sempre positivi, ma quello non è turismo che porta economia alla città; si tratta di gite scolastiche, pullman organizzati che sostano qui un giorno e poi vanno via. Urbino non è una città turistica, dobbiamo ringraziare gli studenti se l’economia gira e va avanti in qualche modo”.

Di parere opposto Cecchini: “Urbino è un territorio turistico che ha molto da offrire: cultura, paesaggio e gastronomia. Con l’amministrazione comunale abbiamo molti progetti in cantiere che cercheremo di realizzare per risollevare la città. Le cause di questo calo turistico sono legate agli eventi che hanno colpito il Centro Italia nel 2016”.