Edilizia, Confindustria Marche: segnali di ripresa in Italia e in regione

di DANIELA LAROCCA

URBINO – La ripresa c’è e nelle Marche, almeno per quanto riguarda il settore edile, sembra essere più evidente. Ma per gli imprenditori non è ancora tempo di cantare vittoria. Secondo l’ “Indagine semestrale sul settore delle costruzioni”, presentata nella sede di Confindustria Marche a Pesaro, la ripresa economica sta influendo positivamente sul mercato immobiliare. E solo nel 2015, dopo otto anni di crisi, il settore ha registrato un lieve miglioramento negli investimenti dei privati e nelle costruzioni pubbliche.

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La ripresa economica in Italia. Secondo il dossier di Confindustria Marche, è “la prima volta, dopo molti anni, che le imprese associate hanno previsto per il 2015 un allentamento della crisi”. Infatti, il settore delle costruzioni nell’anno che sta finendo registra un lieve miglioramento anche se, per l’ottavo anno consecutivo (dal 2008 al 2015) chiuderà con il segno negativo. In questo periodo, gli imprenditori edili hanno perso il 34,8% dei loro investimenti: 69 miliardi di euro. Tra i comparti delle costruzioni, solo uno ha il segno più: la riqualificazione degli immobili residenziali che resiste alla crisi e segna, nel primo semestre del 2015, un +20,9%. Ancora cattive notizie, invece, per la nuova edilizia abitativa (-66,5%), quella non residenziale (-30,7%) e le opere pubbliche (-48,7%). Infine, tra gennaio e giugno di quest’anno, un leggero segno di ripresa si può registrare negli investimenti in riqualificazione che crescono, rispetto al 2014, del 2%.

La ripresa economica nelle Marche. Secondo Confindustria, i primi sei mesi dell’anno si aprono “in netta controtendenza rispetto alla prolungata caduta dell’attività produttiva rilevata negli ultimi anni in tutti i principali comparti delle costruzioni”. Insomma, gli imprenditori edili possono tirare un sospiro di sollievo: i “segnali di miglioramento, anche se ancora moderati, lasciano intravedere un’inversione di tendenza” si legge nel report. E tutto è confermato da un campione di operatori associati che, intervistati da Confindustria, hanno mostrato un atteggiamento ottimista verso il futuro. Inoltre, dall’indagine emerge che, tra gennaio e giugno 2015, la produzione complessiva si è mantenuta stazionaria allo 0,2%.

Le macroaree dell’attività edilizia sono due: quella abitativa, che nel primo semestre del 2015 continua a registrare il segno meno, e quella non abitativa, sempre in calo, ma con uno spiraglio di luce nei lavori pubblici che, tra gli ultimi sei mesi del 2014 e l’inizio di quest’anno, hanno registrato una crescita di oltre quattro punti percentuali (da -6,2% a +4,2%).

Occupazione in Italia. La ripresa economica, visibile già nei primi mesi del 2015, ha portato effetti positivi anche sull’occupazione che, nel secondo trimestre di quest’anno, e dopo 57 mesi in calo, è cresciuta di 34.000 unità. Segno più anche per le Casse edili che, in base alle ore di lavoro svolto dagli operai iscritti, mostrano un rialzo dello 0,6% (in un anno, aprile 2014-2015). Tuttavia i segni della crisi sono ancora evidenti nel settore delle costruzioni: in otto anni, le imprese edili hanno perso 529.000 posti di lavoro (-26,7%) che raggiungono le 800.000 unità se si considerano gli altri settori collegati. I più colpiti sono i lavoratori dipendenti (-467.000 unità ) mentre gli indipendenti, calano ‘solo’ dell’8,9% (-62.000 occupati).

Occupazione nelle Marche. Anche nella Regione Marche il numero degli occupati nel settore delle costruzioni torna a crescere. Le stime di Confindustria Marche presentano, tuttavia, una situazione eterogenea: se nel primo semestre del 2015  aumentano dello 0,6% il numero degli operai, nello stesso periodo diminuiscono gli impiegati (-4,7%). Torna il segno positivo anche per il monte ore lavorate che, da gennaio a giugno 2015, registra un miglioramento del 18,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (e +1,6% rispetto agli ultimi sei mesi del 2014). Infine, con la ripresa economica, diminuiscono anche le ore di cassa integrazione autorizzate che risultano essere, nel primo semestre di quest’anno, pari a 1,7 milioni, il 38% in meno in un anno.

Fallimenti in Italia. Un’altra buona notizia per le imprese edili riguarda le procedure fallimentari che, nel primo trimestre di quest’anno, e per la prova volta dall’inizio della crisi, registrano un calo. Infatti, nel periodo gennaio-marzo 2015, hanno dichiarato il fallimento 852 operatori, il 2,5% in meno rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno.