William Marzi
URBINO – Scrivere notizie false può essere causa di legittimo licenziamento di un giornalista. Lo ha messo nero su bianco la Cassazione con una sentenza dello scorso 7 marzo contro un cronista dell’Unione Sarda.
E sarà licenziamento non solo per chi volontariamente pubblica “fake news” ma anche per chi lo fa in buona fede. Il giornalismo non ammette negligenza e ripubblicare una notizia sul proprio giornale senza le dovute verifiche può compromettere il vincolo fiduciario tra il datore di lavoro e il professionista. È il caso del giornalista condannato che per la corte “aveva più volte violato l’obbligo fondamentale del mestiere di accertarsi della verità dei fatti” arrivando così a creare “una giusta causa di recesso”.
EUROPA E FAKE NEWS – Tempi migliori dunque per tutti i lettori? Non sul web, dove le notizie finte si mischiano alla realtà e sono messe in rete da ‘professionisti’ del falso, che agiscono per scopi di lucro o interessi politici.
Il Parlamento europeo ha discusso dell’argomento la scorsa settimana, in una conferenza organizzata dal parlamentare e giornalista Curzio Maltese. Ne è uscito come l’Europa favorirà l’alfabetizzazione digitale dei suoi cittadini. Perché il falso si combatte solo con l’istruzione.