“Paga o ti stacchiamo gli occhi”. Vanno a Ibiza per sfuggire agli spacciatori

di LORENZO CIPOLLA

URBINO – Erano indebitati con gli spacciatori e le minacce nei loro confronti erano diventate talmente violente che si sono dati alla fuga, scappando a Ibiza e lasciando le loro famiglie in preda ai ricattatori. I debiti di due giovani residenti in provincia di Pesaro e Urbino erano di diverse migliaia di euro: uno dei due ne doveva 3.500 alla banda – formata da quattro persone – di G. C. S., sgominata nel febbraio 2014 dai Carabinieri di Urbino e di Piandimeleto nell’ambito dell’operazione “Brown Brown”. Riguardo alla vicenda, si è tenuta oggi una nuova udienza al tribunale di Urbino, nella quale tre carabinieri hanno testimoniato sullo svolgimento dell’indagine e sul sequestro di oggetti sottratti alla famiglia di una delle vittime.

La coppia di amici era incappata in un giro che forniva droga ‘a credito’ per fidelizzare i clienti, ma quando i fornitori hanno visto che i pagamenti non arrivavano sono passati alle intimidazioni  sia ai due ragazzi sia alle loro famiglie. Le minacce erano pesanti, secondo il racconto di chi ha svolto le indagini: uno degli spacciatori si rivolgeva su Facebook alla vittima, chiedendo di essere pagato altrimenti, minacciava, “ti stacchiamo gli occhi, ti riduciamo in maniera tale che preferirai ammazzarti da solo”.

Una volta fuggiti i ‘creditori’, il capo della banda ha deciso di rivalersi sui parenti. Si è presentato più di una volta a casa delle vittime finite nella sua rete, facendosi accompagnare spesso da persone diverse e intimando che, in qualche modo, i parenti appianassero i debiti. In un caso, lui e i suoi sodali avevano chiesto i documenti del motorino e della macchina.

Ma nel pomeriggio del 27 dicembre 2013 il principale imputato ha fatto un passo più lungo della gamba: è andato a casa di uno dei due, a Colbordolo, minacciando i genitori con una pistola. Infine se è andato portando con sé una chitarra, una batteria, un televisore e un decoder. Poche ore dopo, alle 20 circa, è stato fermato dai carabinieri su segnalazione proprio della famiglia, alla guida di una Hyundai Santa Fe. La stessa auto era stata usata poco prima in un tentativo di rapina. All’interno dell’auto è stata trovata la refurtiva e l’arma assieme a un caricatore con sei proiettili. G.C.S., riminese di 37 anni all’epoca dei fatti, è stato quindi sottoposto a ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Successivamente anche un ragazzo albanese residente a Belforte all’Isauro, Xheladin Cemeta, era stato arrestato, mentre altre due componenti del gruppo criminale, l’urbinate Vincenzo Padricelli e Stefano Canella di Aosta, personal trainer, finirono agli arresti domiciliari.

L’udienza è stata rinviata al 6 dicembre 2017.