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Tribunale di Urbino, file per i giudici di pace: fino all’11 giugno lavoreranno un giorno alla settimana

di ANTONELLA MAUTONE

URBINO – Da lunedì 15 maggio a domenica 11 giugno i giudici onorari aderiscono allo sciopero contro la riforma della magistratura voluta dal ministro Andrea Orlando, approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 5 maggio. Lo stop riguarderà non solo i processi ma anche il deposito di sentenze e decreti ingiuntivi.

Nel tribunale di Urbino, dove intanto è ricominciato lo sciopero contro la riforma da parte degli avvocati, le udienze del giudice di pace si terranno solo una volta alla settimana per ottemperare al loro codice deontologico. Martedì infatti, unico giorno di lavoro deciso dalla categoria, si è creata coda per le udienze.

I giudici onorari sono avvocati che grazie a un concorso diventano magistrati con funzione giudicante per un periodo di tempo limitato. Sono chiamati a sostituire i magistrati di professione per i casi di minore gravità. La categoria è composta da numerose figure tra cui i giudici di pace, i giudici onorari di tribunale e vice procuratori onorari.

Il punto centrale della riforma elimina la distinzione tra giudice di pace e giudice onorario, creando una figura unica, quella del giudice onorario di pace. Questo comporterà un aumento delle competenze e del carico di lavoro, affidando alle toghe onorarie l’80% del contenzioso civile e penale di primo grado.

Saranno aumentate le competenze, sia per materia che per valore (ad esempio condominio, successioni, volontaria giurisdizione; espropriazione immobiliare, cause ordinarie fino a 30.000 euro, sinistri stradali fino a 50.000). Sul piano penale saranno attribuite alla categoria nuove tipologie di reato come la minaccia, il furto perseguibile a querela e l’abbandono di animali.

La riforma inoltre stabilisce che l’incarico del giudice di pace onorario durerà quattro anni, prevedendo requisiti di accesso oltre a un regime d’incompatibilità. Sarà modificato anche il regime delle retribuzioni composto da una parte fissa di 16.000 euro annui e da una parte variabile, decisa poi dai presidente del tribunale e dal procuratore della Repubblica in base al raggiungimento del numero di obiettivi fissati annualmente