di ELISABETTA BARBADORO
URBINO – Ogni anno la stessa storia all’Oasi felina di Urbino: tra marzo e ottobre le gatte della città partoriscono tra due e sette cuccioli, fino a quattro volte in sette mesi, generando un’ondata di gattini che finiscono per trovarsi senza casa. Spesso vengono lasciati in uno scatolone davanti al cancello in via dell’Annunziata, vengono portati dalla Asl o dai cittadini che li trovano in città abbandonati a loro stessi.
Risultato: il gattile è sovraffollato, con quasi cento esemplari per una capacità massima di ottanta. “L’anno scorso l’emergenza è sopraggiunta ad agosto, quest’anno già da aprile abbiamo registrato le prime difficoltà e ora siamo al completo” racconta la responsabile Eleonora Grilli.
I problemi non riguardano solo gli spazi: molti cuccioli arrivano in condizioni sanitarie precarie e necessitano di esami e cure veterinarie, alcuni non sono ancora svezzati e vanno allattati anche ogni due ore. Hanno bisogno di assistenza continua ma mancano i volontari, hanno bisogno di medicinali e visite mediche ma i soldi scarseggiano e il veterinario deve essere pagato. Un pacco da 13 chili di crocchette specifiche per cuccioli costa sui 40 euro e i gattini da nutrire sono tanti.
Come sono tanti gli ospiti “senior”, esemplari ormai adulti per cui l’adozione sembra ormai una chimera: “Nessuno vuole prendere un gatto in età avanzata, guardano tutti solo i piccoli” racconta Eleonora. E tra i tanti mici che hanno superato l’anno di vita, alcuni presentano disabilità: Rebecca e Claudio sono stati investiti e hanno perso una zampa, Mess e Banshee hanno gli arti posteriori paralizzati e hanno bisogno di assistenza due volte al giorno per usare la lettiera: “Sarebbero adottabili entrambe, ma nessuno finora si è voluto prendere questo impegno”. Alcuni sono ciechi, altri gravemente malati.
Casi impegnativi su tutti i fronti, e se poi si aggiungono i cuccioli da crescere, svezzare, vaccinare e sverminare, gli oneri diventano quasi insostenibili. “L’unica soluzione – spiega la responsabile – è sterilizzare le gatte”, usanza non ancora così diffusa, anche se, per chi si regala un micio del gattile, l’intervento è garantito gratuitamente dalla ASL.
Tra le zone critiche della città, una di quelle che preoccupa di più è la situazione della colonia felina dei Collegi: “È una grande colonia – racconta Eleonora – ma non c’è nessun responsabile registrato, solo una nostra volontaria che porta da mangiare. Tra loro alcune femmine non sono sterilizzate” e se si pensa che una gatta arriva a generare una quindicina di piccoli all’anno la popolazione felina dei collegi rischia di lievitare in modo esponenziale.
Insomma pochi volontari e pochi soldi per troppi gatti. Per ora, il primo passo per trovare una soluzione e gestire al meglio l’emergenza è in programma venerdì 23 giugno: una cena di autofinanziamento, in cui volontari e responsabili del gattile incontreranno i cittadini cat-friendly davanti ad una tavola imbandita al costo di 25 euro a persona, di cui una parte saranno devoluti all’oasi felina. Per prenotarsi basta chiamare al ristorante “Il Cortegiano”. È chissà che tra i presenti non si riuscirà a reclutare qualche nuovo volontario.