di LORENZO CIPOLLA
PESARO – Le istituzioni sono sempre un passo indietro rispetto al flusso di informazioni, di idee e di bisogni che circolano nella società. E le prime sono costrette a inseguire i nuovi linguaggi che stanno nascendo dagli anni Duemila. Questo è il pensiero di David Riondino, cantautore, scrittore, regista fiorentino ospite oggi al Teatro Rossini di Pesaro nell’ambito del Festival del Giornalismo Culturale.
Sul palco ha presentato degli spezzoni di alcuni suoi lavori in cui si mescolano musica d’autore, immagine e fatti di cronaca. Come la ballata che racconta il viaggio del presidente degli Stati Uniti Obama con la famiglia a Cuba, lo storico primo concerto dei Rolling Stones a Cuba il venerdì santo del 2016 e la liberazione di Palmira nel marzo dello stesso anno.
Il modus operandi di Riondino consiste nel prendere appunti dai giornali, fare delle ricerche su Internet e rielaborare l’attualità e gli eventi “finché non assumono una forma, che sia quella della ballata, quella della canzone o quella del racconto”.
“C’è una relazione istintiva tra ciò che si dice e ciò che si vede, si dicono cose visive. Spesso la narrazione popolare ha questo approccio all’immagine, si parla per simboli, immagini visive”. L’artista di Firenze è molto presente nel web, ma “i social sono faticosi da usare. Ho fatto il mio sito, la mia webtv Pandora.it e un altro sito che si chiama Titolo provvisorio, nato dalla collaborazione con il grafico Francesco Spadoni che con i suoi assemblaggi rende visibile ciò che scrivo. È così la metafora diventa qualcosa di vero”.