di GIOVANNI BRUSCIA
URBINO – “Sono quattro scemi pericolosi, io sono sotto scorta ma non credo ci siano problemi per la mia incolumità”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro finito nel mirino dei militanti di CasaPound dopo aver negato l’utilizzo di una sala comunale per la presentazione di un libro di un militante di Casapound, racconta al Ducato: “Ho chiesto al questore di allentare un po’ questa decisione. Si tratta di una situazione difficile, soprattutto quando devo spiegare ai miei figli che ci sono i carabinieri sotto casa e persone che mi accompagnano perché c’è gente che ti minaccia di morte, invasate da un punto di vista ideologico, oltre a essere violente. La mia colpa è solo quella di essere un sindaco che continua a fare il suo dovere”.
Ricci si dice preoccupato soprattutto per il ritorno di un clima nel Paese che “speravamo di aver dimenticato, con atti frequenti di intolleranza e violenza”.
Il Comune di Pesaro aveva in un primo momento concesso l’autorizzazione di una sala per la presentazione del libro di Claudio Palmulli, un ragazzo disabile e militante di CasaPound. La concessione però è stata revocata alcuni giorni dopo.
“La sala non è stata concessa e poi revocata da me in quanto sindaco – spiega Ricci – lo ha deciso un funzionario del Comune quando si è scoperto che la richiesta era stata presentata prima con un nome, ma poi il reale fruitore sarebbe stato CasaPound: un falso dunque, e questo fa capire molto sulle loro reali intenzioni. Si tratta di vigliacchi che hanno messo davanti questa persona invalida che voleva solo presentare il suo libro”.
“Noi come Comune non abbiamo nulla contro Palmulli – rimarca il sindaco – se avesse voluto presentare il libro con una casa editrice o un’associazione culturale, non avremmo avuto nulla in contrario. Ma sia chiaro che a Pesaro non è possibile promuovere una formazione neofascista, noi difendiamo la Costituzione repubblicana”.
Ma non c’è solo il tema Casapound sul tavolo di Ricci. Mancano infatti pochi mesi alle elezioni politiche. Il primo cittadino di Pesaro ha commentato anche le parole di Elisabetta Foschi, presidente del Consiglio comunale di Urbino ed esponente di Forza Italia, sull’inserimento della città ducale nello stesso collegio elettorale di Pesaro: “Quello della Foschi mi sembra un ragionamento difficile da capire a livello istituzionale. Trovandosi a nord, mi sembra naturale che sia insieme a Pesaro, e poi si tratta degli stessi collegi al Senato che erano stati disegnati con il Mattarellum (la legge in vigore fino al 2001, ndr)”.
Non si è ancora parlato di candidature, dice il sindaco, anche se a livello di coalizione ci sono già dei punti sicuri: “Il candidato nel collegio avrà un’importanza significativa, perché gli elettori sceglieranno il partito, ma ancor di più la persona: non ci sono nomi già sicuri anche se credo che le parlamentari uscenti (la senatrice Camilla Fabbri e la deputata Alessia Morani, ndr) vogliano ricandidarsi”.
Quello che è certo invece è il campo della coalizione di centrosinistra: “Come alle elezioni amministrative, anche per le prossime politiche avremo una lista di centro, una alla nostra sinistra e mi auguro anche una lista di stampo europeista come quella a cui sta lavorando Emma Bonino”.
Per Ricci non ci sarà un posto in Parlamento nella prossima legislatura: “La legge parla chiaro, per candidarmi avrei dovuto dimettermi sei mesi prima (a settembre): non l’ho fatto, e quindi rimango a fare il sindaco a Pesaro”. Probabile invece una nuova ricandidatura per la guida di Piazza del Popolo: “Se si è fatto bene un primo mandato – ha concluso Ricci – si cerca di completare il lavoro con una seconda legislatura”.