Cho Cho San alla corte del Duca, Madama Butterfly incanta Urbino – VIDEO

Di GIACOMO TIROZZI e ELISABETTA BARBADORO

URBINO – Un amore straziante sotto i fiori di ciliegio. Questa è la Madama Butterfly di Iulia Samsonova, andata in scena al teatro Sanzio di Urbino la sera del 16 gennaio. La regista ha optato per l’utilizzo di costumi tradizionali giapponesi. Realistico anche l’allestimento con la casa della protagonista che rispecchia l’architettura classica nipponica. Per l’occasione gli abiti sono stati inviati dalla stessa sartoria da cui si rifornisce la Scala di Milano.

Una rappresentazione senza forzature, quella della Samsonova, fedele al libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. Scelta, questa, che contrasta con la tendenza, oggi molto frequente, di riadattare in chiave moderna l’allestimento, modificandone l’ambientazione o la vicenda stessa, fino anche a stravolgerne il finale, come è accaduto al teatro del Maggio Fiorentino, dove, tra mille polemiche, il regista ha deciso di fare morire Don Josè al posto di Carmen nella più celebre opera di George Bizet.

Conosciuta anche come “tragedia giapponese”, l’opera pucciniana racconta l’amore drammatico tra la Geisha Cho Cho San, interpretata da Olga Georgieva, e l’ufficiale americano Pinkerton. Il militare torna in patria ma promette di rientrare in Giappone per sposarla. Passano tre anni e nasce il loro figlio. Pinkerton si ripresenta in Giappone ma è accompagnato dalla moglie americana. E vuole prendersi il bambino.

Il dramma culmina nel suicidio di Cho Cho San davanti al figlio bendato. Una trama che coinvolge da sempre. Emozionato e commosso anche il pubblico giovane di Urbino.

L’opera può essere riletta anche in chiave moderna. Come ricorda lo stesso tenore Samuele Simoncini, che in scena ha vestito i panni di Pinkerton: “L’ufficiale di Marina può essere visto come un turista sessuale che seduce una quindicenne. In questo caso sarebbe diversa l’ambientazione: non il Giappone del XIX secolo descritto da Puccini in pieno rinnovamento Meiji, ma la Thailandia del XXI secolo”.