di GIACOMO TIROZZI
URBINO – Monica Laszlo si lamentava dei continui maltrattamenti che subiva dal compagno. Per questo motivo nel maggio dei 2016 si era recata dai carabinieri di Vallefoglia per sporgere querela. Dopo le indagini, le forze dell’ordine erano arrivate a contestare a Jozsef Kelemen, l’accusa di induzione alla prostituzione, violenza sessuale e privata, lesioni e maltrattamenti in famiglia. L’accusa di violenza nei confronti dell’imputato però è decaduta dopo che la donna ha deciso di ritirare la denuncia. Infatti questo tipo di reato è perseguibile solo per querela all’autorità giudiziaria. Venuta meno questa componente l’imputato è stato assolto dall’accusa di lesioni.
In una prima fase la donna (di nazionalità romena, come il compagno) aveva dichiarato di essere stata costretta a prostituirsi in vari night club del marchigiano e di aver subito ripetute violenze da parte del compagno. Come ricostruito dall’accusa, coordinata dal pm Irene Lilliu, era stata trovata in lacrime da due passanti e aveva raccontato loro che era sta maltrattata. Da qui era partita la denuncia. Il compagno, secondo l’accusa, le aveva anche rotto il telefono, i rapporti tra i due non erano buoni, litigavano spesso. Circostanze confermate anche da un testimone conosciuto in un night. L’uomo ha raccontato in tribunale che la donna gli aveva detto di aver subito alcune spinte da parte del compagno.
Quattro giorni dopo la denuncia però, Monica Laszlo ritira le sue accuse. Cade quella di lesioni ma si procede d’ufficio per tutti gli altri reati. Durante il processo al Tribunale di Urbino, la donna ritratta tutto, arrivando a sostenere che era contenta di lavorare nei night. Per questo motivo l’imputato, difeso dagli avvocati Michele Dini e Luca Elia, è stato assolto da tutte le accuse perché il fatto non sussiste. Diversa la sorte di Monica che potrebbe affrontare un processo per aver reso falsa testimonianza.