Elezioni 2018: pochi urbinati in lista. L’ex senatore Londei: “La città rischia l’isolamento”

Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputatiPalazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati
di YURI ROSATI

URBINO – C’è stato un periodo durante il quale Urbino e il suo entroterra eleggevano almeno un parlamentare. Una tradizione che parte dalla prima legislatura repubblicana con l’entrata in Senato dell’urbinate Egisto Cappellini e la nomina di diritto della partigiana Adele Bei, membro della Costituente e tra le prime donne a entrare in Parlamento. Da Urbino sono poi andati in Parlamento grandi intellettuali come Pasquale Salvucci e Paolo Volponi, oltre allo storico rettore della sua università Carlo Bo.

Questa volta però le cose potrebbero andare diversamente: la dimensione del collegio è cambiata – Urbino è nello stesso collegio di Pesaro – e gli urbinati troveranno pochissimi nomi di concittadini sulla scheda.

Una situazione che preoccupa. Lo si capisce anche dalle parole dell’ex senatore urbinate Giorgio Londei, eletto con il centrosinistra nel 1992 e nel 1994: “Urbino ha sempre avuto qualcuno su cui contare a Roma. Ai miei tempi, in Parlamento a battersi per gli interessi della città, c’erano il senatore a vita Carlo Bo, il deputato Paolo Volponi e il sottoscritto. Adesso invece non abbiamo più nessuno nei posti che contano e Urbino rischia l’isolamento”.

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Giorgio Londei, in Senato dal 1992 al 1996

Per sottolineare l’importanza di avere un rappresentante nelle stanze del potere Londei elenca alcuni traguardi raggiunti quando era in Parlamento. “Durante il mio mandato –dice – mi sono battuto per la città e sono riuscito a ottenere una legge speciale per Urbino con lo stanziamento di 50 miliardi di lire per la cura del patrimonio artistico. Un altro grande successo sono stati i 22 miliardi di fondi per la sanità del nostro territorio”.

Secondo Londei le liste potevano essere fatte meglio, con più aderenza al territorio. “Per il nostro entroterra – dice – è positiva la ricandidatura di Alessia Morani alla Camera. Mi dispiace molto però per lo spostamento nel collegio di Fano della senatrice Camilla Fabbri che ha lavorato bene sul territorio”.

“Per colpa della legge elettorale non ci sono molti nomi della nostra zona – dice l’ex deputata di Rifondazione comunista Maria Lenti, a Montecitorio dal 1994 al 2001 – spero comunque, per il bene del nostro territorio, che chi sarà eletto prenderà a cuore le richieste e le necessità dei cittadini di Urbino”. Cittadini che a loro volta hanno il compito di segnalare i propri bisogni alle istituzioni: “Quando ero alla Camera – spiega la Lenti – mi confrontavo sempre con gli amministratori locali dell’area in cui ero stata eletta in modo da non perdere mai di vista i bisogni dei cittadini”.

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Chi preferisce non commentare le candidature è il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli, una vita nel Partito comunista, due legislature con il centrosinistra negli anni ’90 e 10 anni alla guida della Provincia. Per Ucchielli non è così necessario il rapporto tra candidati e territorio. “L’importante – sostiene – è che chi viene eletto lavori seriamente, senza rappresentare interessi particolari, ma per il bene della collettività”.