di DANIELE ERLER
URBINO – “L’erba del vicino è sempre più verde”. Ma secondo un uomo di Monteguiduccio, frazione di Montefelcino, sta meglio tagliata corta corta. Ed è per questo che si è messo a falciarla con un piccolo trattore, suscitando l’ira di quelli che si definiscono i legittimi proprietari del terreno. Particolarmente arrabbiati perché per questo gesto hanno rischiato di perdere dei contributi europei.
Ironia a parte, il caso è un po’ più complicato e s’inserisce nel contesto dei continui litigi fra vicini sul confine di due terreni. Una diatriba che ora dovrà essere risolta dal giudice di pace Paola Morosi, in tribunale a Urbino. Il pubblico ministero Enrica Pederzoli ha interrogato oggi alcuni dei testimoni, quelli di parte civile, cercando di ricostruire il loro punto di vista sulla vicenda. Il litigio va avanti da anni e ha avuto il suo culmine il 21 maggio 2016. Il giorno dell’erba tagliata.
Il nodo del contendere è in realtà su quale sia il vero confine fra le proprietà: un uomo originario di Pesaro – che ha ereditato gli appezzamenti – e due famiglie della zona che invece li coltivano da generazioni. Secondo gli accusatori, l’uomo ha più volte invaso il territorio altrui, per esempio contrassegnando alcune piante con dei nastri.
Su uno di questi appezzamenti, l’uomo – non presente oggi in aula e difeso dall’avvocato Francesca Pieraccini di Rimini – è stato ‘beccato’ a tagliare l’erba a bordo del suo trattorino: “Un modello comune, di quelli che non possono circolare su strada e nemmeno hanno una targa”, come dice Cosimo Montinaro, brigadiere capo dei Carabinieri di Isola del Piano, chiamato quel giorno per sedare gli animi.
Al di là dello sfregio di vedersi tagliato il proprio prato, l’ira funesta della famiglia deriva anche dal rischio di perdere alcuni contributi stanziati da Bruxelles, attraverso la Pac, la Politica agricola comune. Fra le prescrizioni c’è infatti l’obbligo di tenere il prato a riposo per alcuni mesi, tagliarlo avrebbe potuto far perdere il finanziamento.
L’uomo dovrà rispondere dell’invasione del terreno (articolo 633 del codice penale). Un episodio che secondo l’accusa non si limita al caso dell’erba tagliata: le invasioni sarebbero state documentate anche da alcune foto, scattate da alcuni membri della famiglia che si sono appostati per farle di nascosto. “Non è tanto una questione economica – ha detto in aula uno dei membri della famiglia – ma tutta questa storia ci sta causando un disagio psicologico”.