Vaccini, incontro della Lega a Urbino: “Non siamo no-vax, ma l’obbligo è assurdo”

L'incontro "Vaccini, diritto di conoscere, libertà di scegliere" organizzato dalla Lega - Foto di Mikele Grandoni, Mikifano.it
di MARTINA MILONE

URBINO – Nella sala degli Incisori del Collegio Raffaello c’erano otto persone, esclusi i relatori. Forse anche a causa della neve che imbiancava le strade. L’incontro tenutosi martedì su “I vaccini, diritto di conoscere, libertà di scelta” è seguito solo da pochi iscritti al partito che l’ha organizzato, la Lega.

“Siamo venuti appositamente a casa del virologo – esordisce Lodovico Doglioni, segretario provinciale della Lega – ma ha risposto no al confronto con noi”. L’incipit è tutto rivolto a Roberto Burioni, il virologo di Fermignano famoso per la sua rigida posizione pro vaccini. Citato più volte da Doglioni durante l’intervento, senza però nominarlo direttamente. All’attacco, poi, segue subito la specificazione: “Non siamo i no vax, ma vogliamo che la popolazione sia informata”.

Allo stesso principio madre fa riferimento durante tutta la conferenza il moderatore dell’incontro, il senatore leghista Paolo Arrigoni. “Vaccini sì, obbligo no”, ripete come un mantra il commissario nazionale per la Lega nelle Marche. Il motto, divenuto oramai una frase simbolo del Carroccio, nasce dall’approvazione della Legge n. 119 del 31 Luglio 2017 (decreto Lorenzin) che rende obbligatorie e gratuite per i minori di età compresa tra 0 e 16 anni e per i minori stranieri non accompagnati dieci vaccinazioni. Un decreto legge che aveva visto il voto contrario della Lega e che, secondo Arrigoni, “non aveva i caratteri dell’urgenza”. “Non c’era alcuna epidemia in corso – spiega il senatore – riteniamo che il decreto sia arrogante e pasticciato, con un carattere di obbligatorietà inconcepibile”, afferma Arrigoni.

Sul modello della regione Veneto, la proposta è quella di un’anagrafe vaccinale informatizzata, che, però, lasci libera scelta ai genitori. Un libero arbitrio comunque condizionato alla percentuale di copertura vaccinale. “Se i no vax dovessero espandersi e le percentuali abbassarsi, allora, ma solo allora, accetteremo l’obbligatorietà”, afferma il senatore. Va ricordato però che la percentuale di vaccinati, in molte regioni italiane era scesa sotto la soglia del 95%, che garantisce la cosiddetta immunità di gregge, e che protegge dalla malattia anche chi non può vaccinarsi.

Il vero paradosso del decreto, secondo i leghisti, riguarda proprio l’immunità di gregge. “Si parla di tutela del 5% di immunodepressi che non possono vaccinarsi, ma l’obbligo riguarda solo i bambini e non il personale sanitario o quello scolastico”, chiosa il senatore.

Sì ai vaccini

A partecipare all’incontro anche il medico di base Giorgio Cancellieri, ex sindaco di centro-destra del comune di Fermignano. “I vaccini sono stati come la penicillina – spiega – le due cose che hanno cambiato la storia della sanità”. Un appoggio totale ai vaccini, quindi, che però, specifica, “si devono basare sul consenso”.

Ad oggi le famiglie che hanno rifiutato la vaccinazione a Fermignano sono solo 15. “Le più difficili da convincere – racconta Cancellieri – sono le madri incinta che hanno già un figlio con problemi neurologici. Hanno subito un danno, o credono di averlo subito, e non si fidano più”. Cancellieri poi sottolinea: “Qualunque obbligo è sbagliato. Anche la proposta di Matteo Salvini di renderne obbligatori solo quattro”.

Sono molte le evidenze scientifiche che rimandano, inoltre, all’importanza delle vaccinazioni. “Vi faccio l’esempio dell’influenza – dice il medico – esiste un vaccino trivalente (per tre ceppi) e uno tetravalente (per quattro). Chi ha deciso di farsi somministrare il primo, comunque, ha contratto l’unico virus per il quale non aveva la copertura, gli altri no”.

E sulla regola che dall’11 marzo vieterà ai bambini dagli 0 ai 6 anni non vaccinati di accedere agli asili nido e alle scuole dell’infanzia ricorda la decisione delle scuole di Fermignano: dare tempo fino alla fine dell’anno scolastico per mettersi in linea con la normativa.

Il sostegno alle famiglie

Assente il medico legale Rita Celli, a chiudere l’incontro è l’avvocato Vanni Oddino, dell’Associazione Condav, che dal 2001 aiuta e supporta tutti coloro che hanno subito, o sospettano di aver subito, reazioni avverse alle vaccinazioni. “Esistono reazioni avverse e non si possono nascondere negando l’evidenza – dice l’avvocato – sono oltre 600 i casi in Italia di soggetti danneggiati dai vaccini fin da piccoli. Lo dice un rapporto del Ministero”.

Obiettivo finale dell’associazione, in accordo con la Lega, è la creazione di una commissione permanente che spinga per la somministrazione monocomponente del vaccino (che protegga da una malattia e non da più virus insieme) e operi una stretta farmaco-vigilanza.