Il drago di Francesca Urbinati, l’illustratrice che ha conquistato i fumettisti americani

Francesca Urbinati mostra il Duca da Montefeltro 'bionico', disegno contenuto nell'opera TransHuman
di LORENZO PASTUGLIA

URBINO – Le bastano un foglio di carta, una matita, dei pennarelli, un programma di grafica al pc e tanto talento. Così nascono i suoi disegni meravigliosi. Chi è capace di fare tutto ciò, rendendo l’opera incredibile agli occhi di lettori ed esperti, è Francesca Urbinati. Fumettista e illustratrice di 37 anni, da sempre residente a Urbino, a Mazzaferro, è conosciuta in Italia ma si è fatta un nome in diverse parti del mondo, soprattutto tra gli amanti dei fumetti. Dal 2013 non perde nessun appuntamento del Lucca Comics (la fiera dedicata al fumetto che si svolge ogni anno tra ottobre e novembre) dove viene invitata ogni anno. E non solo. A fine gennaio è stata selezionata in un concorso internazionale indetto dalla ArtOrder LLC. Il suo drago sarà pubblicato nell’artbook della casa editrice di Jon Schindehette, ex direttore artistico della Wizard Corporate (ideatrice delle famose carte da gioco Magic e del gioco fantasy Dungeons and Dragons). Urbinati è riuscita così, con la sua bravura, a farsi conoscere anche dai più grandi maestri del disegno. 

Nel “bunker” di Francesca

La stanza dove Francesca Urbinati crea le sue opere è piena di figure, armi e dettagli usciti dai fumetti più celebri della Marvel. Non mancano lo scudo di Captain America, il martello di Thor o la spada laser di Star Wars. Sugli scaffali è esposto un esercito di modellini di supereroi in miniatura che l’illustratrice urbinate colleziona insieme al compagno Daniele, di 42 anni: “Amo chiamare questa parte della casa il ‘bunker’ – dice – qui è dove sono nate le mie opere più importanti”.

Una passione, quella per l’illustrazione, che dura sin da bambina, nonostante alcuni cambiamenti di percorso: “Prima volevo produrre cartoni per la Disney – racconta – poi creare videogiochi, ma per fare storie interattive ci vogliono tante persone. E soldi. A 30 anni ho capito cosa volevo fare, mi sono data una svegliata e mi sono decisa a disegnare fumetti perché altrimenti avrei avuto un grosso rimpianto. Questo è un lavoro ancora artigianale che può portare avanti una persona o due”.

Un amore diventato la sua professione. Oggi, a 37 anni, ha ancora tanta voglia di creare: “Mi sento come una ragazza di 19 anni. Quando fai queste cose non invecchi ma – prosegue – ti aggiorni di continuo e stai in contatto con le persone. È come se non avessi un’età”.

Il ‘bunker’ della Urbinati

Le prime creazioni

Una pagina del Niki Batsprite

Correva l’anno 1997, Francesca frequentava le superiori, quando l’illustratrice urbinate ha realizzato il suo primo fumetto a colori pubblicato a sue spese in una tipografia di famiglia. Niki Batsprite, così il nome dell’opera, è un’avventura comica con a tema un supereroe che vuole vivere la sua vita ma deve difendere i suoi averi in un mondo di buoni e cattivi: “Niki non è né buono né cattivo ma – esclama – vuole solo farsi gli affari suoi e difendere i suoi averi. Così si trova a salvare il mondo anche se non vuole. Una storia atipica che vuole andare fuori dal classico schema: supereroe buono – nemico cattivo”. Un fumetto tanto apprezzato che uno tra i più grandi distributori nazionali di fumetti, la Star Shop, decise di metterlo in catalogo e distribuirlo. La versione inglese ha riscosso successo in tutta Europa e in Sudamerica.

Urbinati riesce così a farsi conoscere e inizia a partecipare in varie fiere del fumetto nel centro Italia, dove si esibisce in performance live. La prima presenza al Lucca Comics è arrivata cinque anni fa, grazie ad un’illustrazione che raffigurava una sirena verde: “Quelli dell’organizzazione hanno visto il mio disegno, poi hanno contattato il mio ragazzo e – afferma orgogliosa – quando l’ho saputo sono quasi svenuta. È stato come se mi avessero chiamato a cantare a Sanremo. Non abbiamo esitato ad andare”.

Un’urbinate ‘sbarcata’ in America

La sirena verde è il disegno più famoso dell’Urbinati tanto che l’illustratrice lo usa ovunque: dai roll-up ai biglietti da visita, finendo pure su una rivista fantasy dal nome di Ailus.

Nel frattempo, la fumettista ha continuato a lavorare ai suoi disegni migliorando linee, colori e dettagli. Poi nel novembre scorso la decisione di partecipare al concorso indetto dalla ArtOrder LLC. Il tema da raffigurare era un “Tiny dragon” (dall’inglese “piccolo drago”): “Ho pensato un mese ai dettagli da realizzare nell’opera e due giorni per realizzarla. Mi sono iscritta – dice – anche per vedere se avevo raggiunto un livello internazionale pari agli altri. Puoi disegnare bene quanto vuoi ma a volte contano soprattutto i dettagli”. L’immagine rappresenta un drago azzurro intenta a catturare un insetto con la lingua.

Poi a fine gennaio è arrivato il responso. “Ricevo una mail di aggiornamento con tutti i nomi dei selezionati in ordine alfabetico. Ma – racconta Urbinati – quando per la prima volta ho guardato, il mio nome non c’era”. L’illustratrice però non si è data per vinta, scoprendo che ci sono varie categorie e nella seconda, chiamata “Not so tiny dragons”, la scoperta che il suo nome era presente: “Sono scoppiata a piangere e ho fatto un paio di telefonate ai familiari. La mia opera finirà in un artbook che verrà presa come riferimento dai più grandi disegnatori. Mi daranno una copia artista dell’opera, più delle royalties (percentuali sulle vendite, ndr). Ma quello che più conta per me è il riconoscimento”.

Alcune opere dell’artista: nel pc il “Tiny dragon”, a destra la “Sirena verde”

I prossimi obiettivi

Francesca ha già intrapreso due nuovi progetti con differenti collettivi di artisti. Con il primo, dal nome di “Robocake”, ha realizzato TransHuman, una raccolta di illustrazioni e fumetti di personaggi storici e mitologici rappresentati in versione futuristica. All’interno si possono trovare un Bruce Lee in versione Star Wars, un Napoleone centauro e anche il Duca di Montefeltro con un occhio bionico, realizzato proprio da lei. Il secondo progetto, un calendario sugli Dei norreni (un ‘ceppo’ dei vichinghi), è ideato invece con il collettivo “Imaginaria”. Per i primi di marzo, inoltre, parteciperà ad un workshop di aggiornamento per migliorare le sue capacità illustrative.

A chi ha voglia di intraprendere il suo percorso, dà un consiglio: “Prima di tutto non ci si deve abbattere se qualche lavoro non viene considerato perché – racconta – questo percorso è fatto di tappe e cambiamenti e solo con il tempo si migliora. Poi bisogna resistere allo stress ed essere pronti a lavorare 24 ore su 24”.

Non da meno, infine, l’aspetto economico, di come trasformare questa che per molti è una passione, in un lavoro: “All’inizio è normale essere pagati poco o niente, anche perché ci si deve far conoscere. Anche per me era così, mentre oggi riesco tranquillamente a coprire le spese”, conclude Urbinati. “Ci saranno periodi più magri e altri molto più operativi, l’importante è applicarsi e studiare molto. Poi, con gli anni e in base ai feedback che dai, la situazione migliorerà o peggiorerà. Dipende tutto da te”.