Buche e frane, Gambini: “Danni per centinaia di migliaia di euro”. I geologi: “Servono interventi immediati”

di MATTEO DE RINALDIS

URBINO – Dopo la neve e la pioggia, e dopo i problemi di viabilità (buche comprese), a preoccupare è la condizione idrogeologica  del territorio: frane e smottamenti ma anche i fiumi, che si sono ingrossati con le precipitazioni. La Protezione civile delle Marche ha dichiarato infatti uno stato di allerta gialla per criticità idrogeologiche. Il terreno ha già cominciato a muoversi: “Ci sono state frane in tutta la regione – spiega il presidente dell’Ordine dei geologi Piero Farabollini – risultato della successione di neve, del successivo scioglimento e delle forti piogge che hanno fortemente indebolito il terreno. Le preoccupazioni maggiori riguardano il livello idrico. La manutenzione dei fiumi non è stata fatta, o è stata effettuata in maniera poco adeguata e il livello si sta alzando”. Il presidente della Provincia Daniele Tagliolini ha chiesto lo stato di emergenza per almeno un centinaio di smottamenti.

A preoccupare maggiormente il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, invece, sono proprio le frane: “Non abbiamo ancora il dato definitivo – spiega – ma abbiamo già confermato la richiesta di emergenza avanzata dalla Provincia”. In attesa dei dati definitivi, i danni quantificati dal Comune si aggirano intorno “a qualche centinaia di migliaia di euro”, spiega il sindaco.

“Interventi immediati”. Ma il maltempo non aiuta

Secondo Farabollini, per mettere in sicurezza il territorio servirebbero interventi tempestivi per evitare che tutta l’acqua accumulata nei terreni non produca ulteriori smottamenti: “I canali di drenaggio devono essere sistemati per permettere il normale reflusso dell’acqua, i fossi di scolo vanno tenuti puliti. Sono piccole opere di manutenzione che una volta erano fatte con maggiore attenzione”, dichiara.

Operazioni che, però, andrebbero fatte “in tempi di pace”, come conferma anche Claudio Ovarelli, caposquadra dei Vigili del fuoco di Urbino: “Quando la natura interviene è normale che i tempi si allunghino – dice riferendosi alla frana che ha bloccato via dei Morti – dal nostro punto di vista, non ci sono stati smottamenti eccezionali per le abbondanti nevicate e le piogge che hanno colpito la città. Ci sono delle conseguenze, ma non di rilevo esagerato”.08

In merito alla frana di via dei Morti, il sindaco Gambini ha dichiarato che “mercoledì, o al massimo giovedì, incaricheremo la ditta che provvederà a ripulire la strada. Avevamo già gli operai pronti, ma la pioggia ha fermato sul nascere i lavori”.

Tagliolini: “Più di cento smottamenti, chiesto stato d’emergenza”

La provincia di Pesaro e Urbino, così come il resto del territorio marchigiano, sta ora facendo i conti con gli effetti del maltempo: “Ci sono più di cento smottamenti e tante buche”, denuncia il presidente Daniele Tagliolini. Lo scorso 28 febbraio, Tagliolini ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro dell’Interno Marco Minniti, al prefetto di Pesaro e Urbino Carla Cincarilli e al presidente della Regione Luca Ceriscioli per chiedere lo stato di emergenza dopo il maltempo che ha colpito la provincia nel mese di febbraio.

La Provincia ha invitato i comuni a quantificare il numero di frane che hanno interessato i singoli centri. Quando tutti gli enti avranno inviato le stime sull’entità dei danni, invieranno la valutazione in allegato alla richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza.

I tagli alla Provincia

Per evitare, o almeno limitare i danni provocati dal maltempo, servirebbe un’intensa opera di manutenzione, resa complicata dai pochi fondi disponibili nelle casse della Provincia. Esattamente un anno prima della lettera di richiesta dello stato di emergenza, il Consiglio provinciale aveva dato il mandato all’unanimità al presidente Tagliolini per presentare un “esposto cautelativo” alla Procura della Repubblica per valutare “eventuali condotte illecite” in riferimento ai tagli dello Stato nei confronti delle Province. Una decisione che era stata appoggiata dall’assemblea dei sindaci il 13 marzo dello scorso anno. I “prelievi forzosi” da parte dello Stato erano costati alle casse provinciali 17 milioni di euro solo nel 2017: “Se lo Stato mantenesse sul territorio questi soldi – ha spiegato Tagliolini – si potrebbero asfaltare 400 chilometri di strade all’anno”.