Elezioni, Santi (Pd Urbino): “Con Renzi perso l’identità di sinistra. Alle prossime comunali ampia coalizione”

di GIOVANNI BRUSCIA

URBINO – Il Pd crolla a livello nazionale e anche a Urbino non è più il primo partito della città, a vantaggio del Movimento 5 stelle. Alla Camera alle politiche del 4 marzo ha ottenuto il 29,11%, superato dal 30,63% del partito guidato da Di Maio, anche al Senato i 5 stelle hanno ottenuto il 31,51%, con i dem fermi al 29,90%. La sconfitta preoccupa il Pd locale, chiamato ora a una fase di riflessione, ad iniziare dal segretario Lorenzo Santi. “Il Pd ha perso quella che era la sua estrazione di partito di sinistra – dice – è stato poco vicino ai problemi delle persone, tra cui il lavoro. E un partito che si dice di sinistra dovrebbe essere più attento a questi aspetti”.

Il segretario nazionale Matteo Renzi ha rassegnato le dimissioni dalla guida del partito. È d’accordo con la sua decisione?

Dopo il passaggio dal 40% delle elezioni europee del 2014 al 18,7% di oggi, chiunque fosse stato il segretario avrebbe dovuto farlo. La sua politica è stata orientata al centro, e a volte addirittura anche verso destra. In questo modo si è persa l’identità del Pd.

Alcuni commentatori parlano di una possibile alleanza tra il Pd e il Movimento 5 stelle per la formazione del nuovo governo. Lei pensa sia fattibile?

No, penso che il nostro partito debba stare all’opposizione. La responsabilità di formare un nuovo governo spetta a chi ha vinto le elezioni, cioè a Di Maio e Salvini.

Per il centrosinistra la sconfitta è pesante anche perché nel collegio uninominale alla Camera il seggio è andato al grillino Andrea Cecconi, coinvolto nella vicenda delle mancate restituzioni di parte degli stipendi al microcredito per le piccole e medie imprese. Ha battuto il ministro dell’Interno Minniti, fortemente voluto dal Pd locale…

Fa riflettere che sia stato eletto uno come Cecconi che è sempre stato assente e non ha mai fatto campagna elettorale. La gente però voleva cambiare e ha deciso di credere ai 5 stelle che promettono sogni, tra cui quello del reddito di cittadinanza. Ma dobbiamo capire anche che se le periferie oggi votano per i grillini e per la Lega la colpa è del Pd che si è distaccato da queste zone: dobbiamo tornare a fare politica nelle aree in cui le sofferenze economiche e sociali sono più grandi.

La disfatta del Pd comporta anche che in Parlamento ci sarà un solo vostro rappresentante proveniente dalla provincia, la deputata uscente Alessia Morani.

Sicuramente non è un problema da poco. Avere meno referenti in Parlamento significa avere meno possibilità per portare avanti le esigenze e le difficoltà della nostra terra.

L’ex segretario del Pd di Urbino Scaramucci, accusa il partito di aver perso 1300 voti dall’ultimo congresso. “Non chiedo la testa di Santi, ma fossi stato io il segretario mi sarei dimesso”, ha detto. Qual è la sua risposta?

Non gli rispondo, ognuno è libero di dire quello che vuole.

Dice anche che ancora non si parla di programmi e candidature per le elezioni comunali dell’anno prossimo.

Ne parleremo nell’Unione comunale convocata per martedì. Intanto la segreteria del Pd di Urbino ha preso atto del risultato delle urne in città e abbiamo fatto un’attenta analisi del voto delle frazioni.

Avete già dei nomi per il candidato sindaco del centrosinistra? Il primo nome che circola è quello di Luigi Bravi.

Più che sui nomi stiamo ragionando sul profilo che il nostro candidato dovrà avere. Abbiamo qualche idea in mente e quando sarà il momento faremo conoscere le nostre intenzioni. Posso dire però che siamo aperti fin da ora a un’ampia coalizione in modo da convergere su un unico nome.

Ci saranno anche i Verdi che alle scorse elezioni erano parte della coalizione che sosteneva l’attuale sindaco Gambini?

Non guardiamo solo a loro, ma anche ai socialisti e a Cut (la lista di Maria Francesca Crespini, ex vicesindaco nella giunta Gambini, ora all’opposizione, ndr), oltre all’ex senatore Giorgio Londei e a Lino Mechelli, autosospesosi dal Pd.

Quali sono i punti da cui partirete per cercare di riconquistare il Comune?

Dobbiamo avere un programma di sviluppo per la città, sempre più in declino, anche a livello demografico, oltre a rimettere al centro la questione del lavoro e quelle che riguardano i giovani.