di OLGA BIBUS
URBINO – Ci sono a Urbino più di 150 animali, tra tartarughe di terra e di acqua dolce, tra falchi e uccelli di varie razze, che vivono nel Centro di recupero di animali selvatici (Cras) a Ca’ Girone. Sono animali sequestrati nella provincia o recuperati perché abbandonati o feriti per incidenti stradali. Finora se ne prendevano cura i tre operatori del Cras, ora invece è rimasto il solo Lamberto Feduzi, agente della polizia provinciale, perché dal 28 febbraio il centro non è più in funzione.
Feduzi, da solo, ogni giorno, quando prende servizio, va al centro per dare da mangiare agli animali. Il Cras è stato chiuso per mancanza di fondi. Soldi che deve stanziare la Regione, ma che invece non sono ancora arrivati.
A nulla sono servite le due lettere inviate dal centro alla Regione, il 20 dicembre e poi il 1 febbraio, per comunicare l’impossibilità di continuare il servizio senza la copertura finanziaria. Dal 1 marzo infatti i tre operatori del centro sono stati costretti a rimanere a casa.
Ora però per il Cras sembra accendersi la speranza della riapertura. Il Consiglio regionale ha approvato la legge che permette lo sblocco dei fondi per il centro.
“I 140.000 euro necessari per far funzionare il Cras rientrano nel più di un milione stanziato dalla Regione e destinato alla protezione della fauna e per la caccia” conferma l’assessore Moreno Pieroni.
Per ora, però, la sorte degli animali del centro è ancora in dubbio. “Dalla Regione non è arrivata alcuna conferma ufficiale dei fondi – dice Marco Domenicucci, direttore generale della Provincia – per riaprire abbiamo bisogno di certezze”.
E di certezze ha bisogno anche la Megas Net, la società da cui dipendono i tre operatori, che attualmente stanno smaltendo le ferie arretrate.
“I soldi ci sono – conferma Pieroni – e saranno disponibili tra qualche giorno. In più da quest’anno siamo riusciti a far rientrare i fondi per la caccia e per il Cras nel bilancio di previsione. Questo vuol dire che saranno stanziati a dicembre di un anno per l’anno dopo e non anticipati come è accaduto fino a questo momento”.
Da quando è nato, nel 2009, il Cras ha rappresentato un’eccellenza nel territorio. Oltre che ad accogliere animali sequestrati, il centro recupera anche animali feriti o deceduti per incidenti stradali, che se lasciati sul posto rappresenterebbero un pericolo per gli automobilisti.
Nel centro attualmente si trovano ancora 80 tartarughe di terra, 30 di acqua dolce, una decina di falchi e una trentina di uccelli tra cui i tordi. Feduzi, che è l’unico che continua a prendersene cura, alla notizia che forse stanno per arrivare i fondi per la riapertura risponde: “L’hanno promesso anche alla fine dello scorso anno. Stavolta speriamo sia vero”.