Beni confiscati, sui terreni di Isola del Piano sottratti alla criminalità organizzata cresce la legalità

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La fattoria della legalità di Isola del Piano

di GIORGIO PINOTTI
foto e video di SIMONA DESOLE e ENRICO FORZINETTI

La strada per arrivarci si arrampica sulle colline, la casa è isolata, le altre sono lontane e si perdono nel paesaggio. In questo casale nel nord delle Marche, vicino al piccolo paese di Isola del Piano, aveva deciso di portare la sua famiglia Ruggero Cantoni. L’uomo gestiva un’organizzazione criminale nel Nord Italia, in provincia di Lecco: droga, estorsioni e prostituzione. Dopo la confisca, il casolare e il terreno sono stati trasformati in una “Fattoria della Legalità”.

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La storia. Ruggero Cantoni compra la casa di Isola del Piano negli anni Ottanta e si trasferisce con la famiglia, compra anche una trentina di ettari di terreno e il ristorante, La cometa, nel vicino comune di Montefelcino. Il capobanda è di origine calabrese, non è mai stato provato che avesse legami con la criminalità organizzate, ma secondo i magistrati, difficilmente avrebbe potuto mettere in piedi simili attività criminali, senza un accordo con le ‘Ndrine della sua regione.

Cantoni si dà arie da grande imprenditore, in paese è molto considerato, anche perché inizia a ristrutturare casa e i lavori li fa fare a gente del posto. Costruisce dei rustici, muri di cinta e una terrazza verandata che circonda la casa al primo piano. I lavori, oltre ad essere di pessimo gusto, sono abusivi. Nessuno sospetta che dietro l’imprenditore si nasconda un criminale, anche se pare ci siano stati episodi sospetti, sembra addirittura che alcune persone siano state portate a Isola del piano e tenute sotto minaccia nel casale, per intimidirle.

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Di certo Cantoni si rifiuta di pagare le bollette della luce e quando l’Enel manda un tecnico per staccargli il contatore, lui lo invita a entrare, ma nel giardino girano liberi sei rottweiler. Cantoni, si offre anche di donare alla chiesa di Castelgagliardo una nuova campana: il parroco la fa fare, ma non vedrà mai un soldo anche perché Cantoni viene arrestato. Siamo alla fine degli anni Novanta, la casa viene circonda dai carabinieri, il boss sa di essere perduto, porta un materasso nel salotto e gli dà fuoco, vuole incendiare la casa, perché non cada nelle mani dello Stato. Il tentativo fallisce, Cantoni viene arrestato e i beni vengono sequestrati.

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La confisca, i litigi tra politici e l’assegnazione. La confisca definitiva è del 2006, i beni vanno al Demanio: non esisteva ancora l’agenzia che si occupa dei beni sottratti alla mala. Ai due Comuni su cui si trovano le proprietà viene proposta la gestione dei beni: Montefelcino rifiuta e la maggior parte del terreno e il ristorante vengono venduti all’asta, all’epoca era ancora possibile farlo, oggi no, per evitare che siano ricomprati dai proprietari grazie a prestanome. Isola del Piano invece accetta, anche perché l’attuale sindaco, allora membro del consiglio comunale, Giuseppe Paolini, si impunta. Il demanio sulla base di un progetto per una casa per famiglie disagiate assegna l’edificio e i terreni al Comune. Nel frattempo Paolini litiga con la giunta e il progetto rimane fermo: c’è una gestione poco accorta del bene, tanto che spariscono una sessantina di ulivi dai terreni. Si trattava di piante grandi e quindi di un certo valore. Nel 2010 Paolini diventa sindaco di Isola e riprende in mano il progetto.

Le associazioni in campo. L’amministratore chiede aiuto a Libera, che sul territorio non ha ancora una sua rete. Nasce il coordinamento provinciale dell’associazione, proprio per seguire questo progetto. Nel frattempo è nata l’Agenzia beni confiscati e il Comune chiede una nuova assegnazione con un nuovo progetto: viene concessa. Da questo momento il bene viene gestito con l’aiuto di Libera, che organizza le attività. La prima iniziativa è dell’estate 2011: un campo estivo per ripulire il casale e fare piccoli lavoretti di sistemazione. Da allora nella proprietà sono stati realizzati diversi progetti con le scuole, di tipo sociale  e per sensibilizzare i ragazzi del territorio sul tema legalità.

Le attività principali sono nel periodo estivo, sono stati organizzati campi scuola da Libera con la collaborazione di altre associazioni del luogo e progetti con le scuole. Nel 2015 il Comune di Isola del Piano fa un bando per l’assegnazione del bene che fino a quel momento aveva gestito direttamente. Libera partecipa alla gara e vince con un progetto impostato sulla continuità con le iniziative precedenti. Il bene viene assegnato all’associazione “Fattoria della legalità”.

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I progetti della fattoria della legalità. L’associazione sta lavorando per il futuro di questo immobile che viene chiamato Fattoria della legalità. “La struttura ha bisogno di alcuni interventi: in particolare il tetto deve essere rifatto e servono nuovi impianti – spiega Michele Altomeni, referente di Libera sul territorio – Il problema sono i soldi, la nostra associazione sta preparando una campagna per raccoglier fondi e delle attività di autofinanziamento. Inoltre chiederà aiuto alla Regione, almeno per i lavori più urgenti, come il tetto. Libera manterrà vive le attività che si sono svolte fino a ora e cercherà di farne di nuove”.

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Le attività di Libera Marche

Alla fattoria lavorano 15 volontari, “ma quando ci sono gli eventi tutto il paese si impegna”, spiega Altomeni. L’associazione riceve anche l’aiuto di alcuni detenuti che collaborano ai lavori. Infatti, grazie a un accordo col carcere di Pesaro, ad alcuni detenuti viene permesso di fare i volontari a Isola del Piano.