Il Ducato è il giornale che la scuola di giornalismo di Urbino stampa dal 1990 e, nei mesi in cui si svolge il biennio dell’Ifg, è l’unica pubblicazione interamente dedicata alla città. Anche per questo è un riferimento informativo per gli abitanti. È gratuito, distribuito in edicola, negli uffici e nei locali pubblici, nelle attività commerciali e in tutti i principali luoghi di aggregazione. Nel corso degli anni ha cambiato veste grafica fino ad assumere l’attuale forma del tabloid a otto pagine, pensata e disegnata dall’attuale art director dell’Espresso, Stefano Cipolla.
Nelle pagine del Ducato abbiamo raccontato, in tre decenni, capitoli importanti della storia di Urbino, che spesso si sono intrecciati con eventi e mutamenti di rilievo nazionale e internazionale. Le prime rivoluzioni tecnologiche, la figura di Carlo Bo, negli anni ‘90, il “Nevone” che ha paralizzato il Centro Italia nel 2012, durante il quale il Ducato è stata, per giorni, la più importante fonte di notizie dalla città ducale per gli stessi urbinati e per gli italiani. Fino alle proteste per il clima dei Fridays for future, la siccità che ha lasciato la regione a secco e poi le alluvioni, fenomeni disastrosi, sempre più frequenti proprio a causa del climate change. Le storie e le figure che lottano per i diritti civili, su tutte le famiglie arcobaleno e il fine vita. Con le nostre inchieste abbiamo dato voce a chi è emarginato e fatica a farsi ascoltare dalla politica, con le analisi dei dati abbiamo dipinto l’affresco di come sta cambiando la vita a Urbino, con la pandemia da Covid-19, dopo la guerra in Ucraina e con lo spopolamento.
Dal digitale alla carta
Lavorare al Ducato cartaceo non significa solo cercare le notizie e scrivere gli articoli, ma partecipare a ogni fase del processo produttivo. Nella settimana dedicata al giornale, alcuni allievi della redazione online vengono distaccati al desk che si occupa dell’impaginazione, coordinati da un print editor (anch’egli un allievo) che svolge la funzione di caporedattore. Si parte dalla riunione di redazione del lunedì mattina, che viene sempre svolta insieme agli allievi che si occupano del Ducato online. In base alle proposte emerse già nel fine settimana, alle storie pubblicate sul sito in quella precedente e agli spunti discussi nella stessa riunione di redazione, si inizia ad abbozzare il timone: lo schema che riproduce le otto pagine. Si ha così una prima idea del giornale che uscirà, indicando sommariamente la posizione di articoli, titoli e foto.
Il giornale di carta è, come tutti i prodotti giornalistici, un contenitore di storie. E come la maggior parte delle grandi redazioni, il Ducato, già da molti anni, segue un percorso che parte da un racconto digitale. La redazione “carta” e “online” sono infatti totalmente integrate. Gli strumenti che usiamo ormai quotidianamente restituiscono un “output” fatto di bit: smartphone, camera, registrazioni e riprese, dati e software. Ogni storia diventa “liquida” e deve essere declinata a seconda del media. Le storie che vengono raccolte e “pensate” per un racconto digitale prendono così la forma di un nuovo contenitore: in questo caso la pagina di un giornale, che ha sue regole e convenzioni grafiche. Sperimentiamo, a ogni numero, nuove soluzioni per rendere il racconto più chiaro, piacevole da leggere grazie alla cura della scrittura, più utile da approfondire con dati e informazioni interessanti per il cittadino, e più bello da guardare, perché mettiamo grande attenzione alle immagini.
“Comporre” il giornale
Man mano che prosegue il lavoro della redazione, nel corso del martedì le pagine prendono una forma più definitiva attraverso il menabò, un disegno più dettagliato di come si comporrà la pagina: lo spazio per le immagini, l’ingombro del testo e delle infografiche. Soprattutto: la gerarchia dei titoli e degli articoli nella stessa pagina o coppia di pagine, nell’economia dell’intero giornale. A questo punto il print editor, con il supporto di un tutor, realizza le pagine al computer utilizzando un software professionale, QuarkXPress. Su questo programma si svolge la maggior parte del lavoro di desk del Ducato cartaceo. Agli allievi viene chiesta una notevole flessibilità, perché una pagina già interamente costruita potrebbe essere stravolta, come spesso accade, da una notizia arrivata nel frattempo o da una storia cresciuta con il passare dei giorni e che, da poche righe, viene estesa a una pagina intera. Tutte decisioni che vengono prese dai tutor insieme al print editor nel corso di brevi riunioni nel corso della giornata.
Tagliare un articolo portandolo a misura, allungarlo, titolarlo, immaginare e poi realizzare la foto giusta sono mansioni che costituiscono la base del mestiere, a prescindere dal mezzo: nella “bottega” del Ducato gli allievi le svolgono abitualmente. Il mercoledì è il giorno più intenso perché dopo l’ora di pranzo il giornale deve essere chiuso. E può capitare che all’ultimo momento un aggiornamento dell’ultim’ora o un problema che impedisce di chiudere una storia costringano a rivedere l’impostazione del giornale e a cambiarla in corsa. I ragazzi imparano così a lavorare sotto pressione, sapendo che la scadenza non può essere mancata.
Nel pomeriggio infatti il print editor, insieme agli allievi che lo vogliono e al tutor, portano i file del Ducato in tipografia. Qui viene effettuata una prima stampa di prova perché gli allievi possano fare le ultime verifiche ed eventuali correzioni prima del via libera. Il Ducato esce il venerdì e, per la redazione della Scuola di giornalismo di Urbino, è da sempre un momento di soddisfazione, insieme a un pizzico di vanità: quella di vedere, in un momento storico in cui le storie si leggono molto più spesso sullo schermo di un dispositivo digitale, il proprio nome stampato su un giornale che inizierà a viaggiare, fisicamente, per passare tra le mani di cittadini, studenti e professori, atterrando su tavoli e tavolini di tutta la città.