Il tenente Malvestuto: “Ho visto tanti giovani morire per la libertà”

Classe 1921, Gilberto Malvestuto è stato ufficiale del plotone mitraglieri della brigata Maiella. Sulle pareti di casa primeggia il diploma d’onore, insieme al discorso di Pietro Calamandrei, alla foto della moglie scomparsa e all’elenco dei nomi di tutti i giovani partigiani che componevano il reparto. Il suo racconto inizia con uno dei giorni più tragici della storia d’Italia, l’8 settembre: “L’esercito si era sciolto, era il caos. Io ero un ufficiale a Roma. Saputo dell’armistizio, insieme ad altri commilitoni, decisi di rientrare a casa, ma a Sulmona c’erano i tedeschi. Rimasi nove mesi in clandestinità, in attesa di capire cosa fare. Avevo 23 anni”.

All’8 settembre è legato uno degli episodi più tristi rimasti nei ricordi del tenente Malvestuto: “Avevo un carissimo amico, era siciliano. Il giorno dell’armistizio ci separammo perché lui, non potendo tornare in Sicilia, decise di restare a Roma. Alla fine della guerra venni a sapere che si era arruolato con la Repubblica di Salò ed era morto, con quella divisa, in una battaglia contro i partigiani”.

Dopo nove mesi di occupazione, a Sulmona arrivarono gli alleati e con loro anche la banda partigiani della Maiella. “È allora che scelsi di essere un partigiano”, racconta il tenente spiegando che, anziché aderire al ricomposto esercito italiano, raggiunse Recanati. Lì la brigata si era fermata per ricostituire l’organico, ad ognuno veniva assegnato un ruolo ben preciso e il tenente Malvestuto fu messo a capo del plotone mitraglieri: “Eravamo responsabili moralmente verso i genitori che ci avevano affidato i loro figli, la maggior parte di loro non aveva prestato servizio militare e dovevamo insegnar loro tutto, dalla difesa all’uso delle armi”. Ne ha visti tanti cadere al suo fianco sotto i colpi dei tedeschi, come Oscar Fuà, 17 anni, di Sulmona (L’Aquila), arruolatosi volontario per combattere accanto ai suoi amici e morto nella battaglia di Brisighella il 4 dicembre 1944.

Gilberto Malvestuto

La storia della brigata Maiella è la storia di un gruppo di 1500 giovani che, dopo la liberazione dell’Abruzzo, scelse di continuare a combattere in autonomia non legandosi mai all’esercito regolare né a partiti politici. L’unica brigata partigiana decorata con la medaglia d’oro al valor militare. Nella motivazione si legge: “Lungo tutto il cammino una scia luminosa di abnegazione e di valore ripete e riafferma le gesta più epiche e gloriose della tradizione del volontarismo italiano. 54 caduti, 131 feriti di cui 36 mutilati, 15 medaglie d’argento, 43 medaglie di bronzo e 144 croci al valor militare, testimoniano e rappresentano il tributo offerto dai Patrioti della Maiella alla grande causa della libertà”.

Gilberto Malvestuto, che di anni oggi ne ha 92, dice: “Abbiamo consegnato al futuro il nostro passato glorioso, perché non vada disperso il nostro sacrificio è necessario che i giovani conoscano la nostra storia”.

(Di: Maria Gabriella Lanza, Marisa Eleonora Labanca, Silvia Colangeli, Virginia Della Sala)