Banditen: quando la Resistenza va a teatro

La storia della brigata Maiella è arrivata nei teatri. A metà tra l’unità partigiana e quella regolare, senza rientrare pienamente in alcuna delle due tipologie, la formazione non aderì mai al Comitato di Liberazione Nazionale, né fu inquadrata ufficialmente nelle forze Alleate. La sua successiva assegnazione alla 209esima Divisione del Regio Esercito ebbe carattere del tutto formale, al punto che nessun maiellino indossò mai le “stellette” sulle mostrine. Descritti come partigiani o patrioti a seconda dei libri di storia, furono l’unica formazione a ricevere la medaglia d’oro al valore militare perché non si fermarono in Abruzzo, ma proseguirono la lotta anche nelle Marche e in Emilia Romagna, contribuendo alla liberazione di città strategiche come Pesaro e Bologna.

A portare nei teatri la storia dei “banditi” abruzzesi ci ha pensato la compagnia dei Guasconi, con lo spettacolo Banditen, diretto da Nicola Pitucci e rappresentato per la prima volta il 4 marzo 2012 al Piccolo Teatro Guascone di Pescara. “Da quel momento – dice Orazio Di Vito, attore – è iniziata la nostra esperienza, umana e teatrale, su questa formazione partigiana. E non si è più interrotta. L‘idea è nata durante le prove di un altro spettacolo: la storia della Brigata Maiella ha affascinato tutti, così abbiamo iniziato ad approfondire e leggendo ci siamo resi conto di molte cose che non sapevamo. È stato un lavoro lunghissimo di documentazione, fra gli archivi e i testi degli storici ci sono voluti mesi e ci sarebbe molto altro da leggere e studiare.”

Lo spettacolo, interpretato da Andrea Maria Costanzo, Orazio Di Vito, Pierluigi Amadio si regge su una scenografia semplice e un linguaggio variegato: s’inizia in vernacolo abruzzese e si finisce con l’italiano per dare voce a tutte le anime che composero la formazione partigiana. “I primi maiellini – spiega Di Vito – erano una quindicina di giovani: contadini, operai, studenti che si autodefinivano banditi perché messi al bando dai tedeschi. Decisero di combattere perché così non si poteva più vivere, senza riflettere troppo sul significato della loro scelta. La maggior parte di loro parlava in dialetto. Non c’erano idee politiche prevalenti e si poteva abbandonare liberamente la brigata.”

Ma quando sulla scena arrivano i tre protagonisti, si passa all’italiano: “Abbiamo scelto – prosegue l’attore – Ettore Troilo perché è stato il fondatore della Brigata. Intellettuale, di famiglia benestante, avvocato di formazione socialista, era amico personale di Turati. Grazie alle sue conoscenze negli ambienti politici fece da intermediario fra i suoi e l’esercito inglese, riuscendo a mantenere l’autonomia della formazione”.

L’altro protagonista è Domenico Troilo, ufficialmente vice comandante, in realtà il braccio armato, vera mente strategico-militare della brigata Maiella. Il comandante aveva rapporti personali con i reparti. Sotto la sua direzione, in due anni di combattimenti, morirono solo 40 maiellini. In Emilia i polacchi volevano attaccare direttamente, ma Domenico si oppose perché, disse, “davanti ci sono i miei”.

“Fratelli: parole tremolanti nella notte. Nell’aria della notte involontaria rivolta dell’uomo” sono versi del terzo protagonista di Banditen, Vittorio Travaglini: “È meno conosciuto dei Troilo – commenta l’attore che ne veste i panni – ma dopo il ’45 continuò a darsi da fare per le popolazioni abruzzesi e i reduci della brigata fondando nel suo paese un ufficio per l’assistenza post bellica”.

Banditen ha fatto letteralmente il giro d’Italia. Lo spettacolo è stato rappresentato in una scuola e in oltre 50 comuni. La scorsa estate, in occasione del settantesimo dell’armistizio, la compagnia teatrale ha aderito all’iniziativa dell’Anpi di Pescara: una pedalata che dal 3 all’8 agosto 2013 ha ripercorso le tappe della Brigata. Racconta Di Vito: “Non avevamo neanche uno sponsor, ma molta gente si è appassionata seguendoci sui social network, dove in tempo reale abbiamo cercato di raccontare l’evento. La sera mettevamo in scena Banditen e allo spettacolo seguivano dibattiti con storici e reduci”.

Il prossimo 24 aprile lo spettacolo sarà replicato a Vasto, il 25 a Bologna: un modo originale di celebrare la Resistenza, che rende orgogliosi i Guasconi: “Anche parlare della Liberazione rischia di diventare retorico, se si ricorre a cerimonie e parole vuote. Attraverso una storia vera, il nostro spettacolo cerca di andare oltre, di raccontare quegli ideali che hanno davvero guidato i partigiani in difesa degli ultimi”.

(Di: Maria Gabriella Lanza, Marisa Eleonora Labanca, Silvia Colangeli, Virginia Della Sala)