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Il Progetto Einaudi-Albertini per l’indipendenza dei media

di    -    Pubblicato il 26/03/2009                 
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L’Italia si è fermata anche perché non c’è un’opinione pubblica. La tesi è  stata al centro di un dibattito vivace negli ultimi mesi e ha rilanciato un tema di fondo: l’indipendenza dei mezzi di comunicazione nel nostro Paese. Indipendenza dalla politica, indipendenza dagli interessi economici e finanziari che non siano indirizzati alla promozione dell’informazione.

Il tema ha una valenza politica di fondo, perché non c’è democrazia senza informazione indipendente. Inoltre richiama progetti e proposte che risalgono molto indietro nella storia italiana. Due sono i nomi che possono essere presi come punti di riferimento: Luigi Albertini e Luigi Einaudi. Il primo scambio di idee tra i due risale addirittura al 1926, quando Albertini era stato appena costretto dal regime fascista a dimettersi dalla direzione del Corriere. Ma Einaudi ripropose la questione fin dal ’45, appena ristabilita la democrazia in Italia.

Alla base dell’idea di Einaudi la convinzione che “non esiste e non esisterà mai alcun rimedio legale atto a garantire l’indipendenza della stampa quotidiana”. Coerentemente con la sua filosofia liberale, era convinto che fossero i privati a dover trovare gli strumenti per garantire l’indipendenza e l’informazione. Per fare questo si richiamava all’esperienza di un giornale britannico che a questo modello si è ispirato e ad esso deve una fortuna e un prestigio ancora oggi indiscussi: The Economist.

Sulla base di queste idee e nella convinzione che l’indipendenza dell’informazione sia il problema centrale non solo del sistema dei media italiani ma anche della politica, la Scuola di giornalismo di Urbino in collaborazione con l’Università ha promosso una serie di iniziative sotto il titolo “Progetto Einaudi-Albertini per l’indipendenza dei media“.

Una prima fase del progetto si è sviluppata in due intense giornate (16 e 17 marzo) su quattro tavoli di dibattito con docenti universitari, giornalisti studiosi esperti, direttori di scuole di giornalismo. È stata usata la formula “Progetto Einaudi-Albertini” perché c’è l’intenzione di considerare questo avvio di discussione soltanto come un punto di partenza. Per esempio una seconda iniziativa è c’è stata il 23 marzo e altre ancora ne seguiranno.

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Guida alla rete:

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