URBINO – Un gesto “simbolico”, anche se non condiviso da tutti, ma che “non inneggia alla violenza fisica”. Dopo l’episodio della bandiera del Partito democratico bruciata in piazza durante la manifestazione no-Tav a Pesaro sabato pomeriggio, Rocco Stasi, rappresentante del collettivo C1 decide di non prendere le distanze dal gesto, assicurando però che non c’è stata nessuna intenzione violenta. : “Quello di bruciare la bandiera del Pd è stato un gesto simbolico, non c’è la volontà di sconfinare in nessuna violenza fisica”. E’ stato proprio uno degli appartenenti al collettivo urbinate ad appiccare il fuoco, un gesto, anche secondo Stasi, non condiviso da tutti: “Il Pd è considerato dai valligiani il principale nemico del movimento – ha spiegato lo studente – perché le loro dichiarazioni contribuiscono a criminalizzarlo. Io ero un po’ perplesso: è stato un gesto su cui non tutti erano d’accordo, ma che, ripeto, non presagisce ad alcuna ulteriore violenza. Si è voluto evidenziare il ruolo di un partito che si dice di sinistra e che contribuisce a un clima di militarizzazione”.