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Tipografi ‘di nicchia': due storie per battere la crisi

di e    -    Pubblicato il 19/02/2013                 
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Con l’incedere del web, la carta stampata è sempre più in crisi. Ma non è sempre vero, non per tutti. A volte un’azienda, con lungimiranza e attenzione, riesce a ritagliarsi un po’ di spazio. Questo sono riuscite a fare due aziende marchigiane: la Rotopress di Loreto e l’Age di Urbino.

Silvia Argalia direttrice dell’AGE

“Il mercato può sopravvivere se facciamo cose diverse, se ognuno si prende una nicchia – sostiene Silvia Argalìa, direttrice della Arti Grafiche Editoriali di Urbino – con la competizione ci massacriamo l’un l’altro”.

Silvia Argalìa da vent’anni dirige l’Age, azienda specializzata nella stampa editoriale (per la trasparenza: è anche la tipografia dove viene stampato Il Ducato cartaceo). Un’attività avviata dal nonno negli anni ‘30 quando, arrivando da Fabriano, decise di trasferire la sua passione per il libro in una città dalla grande tradizione culturale.

Quello editoriale è il settore della stampa che si occupa della stampa in bianco e nero (libri, etc), mentre quello della stampa a colori è rivolto a quotidiani, periodici, dépliant e pubblicità. La crisi iniziata nel 2008 ha colpito fortemente un settore delicato come quello dell’editoria. Ma se il mercato del bianco e nero è tornato nell’ultimo anno a salire di un debole 0,3%, quello della stampa a colori stenta a riprendersi dall’urto; basti pensare che dal 2008 al 2012 la vendita dei quotidiani è scesa più del 12%.

“La crisi che ha colpito il settore della stampa a colori ha assunto proporzioni drammatiche, per sopravvivere occorre iniziativa, per questo abbiamo deciso di diversificare i prodotti” racconta Pierpaolo De Sanctis, direttore generale della Rotopress International .

La Rotopress è una stamperia con sede a Loreto nata nel 2002 che stampa quotidiani come il Corriere Adriatico e il Resto del Carlino. Per fronteggiare la crisi ha deciso di diversificare la produzione allargandola a riviste, cataloghi e volantini pubblicitari. L’intuizione è stata quella di realizzare entrambe le tipologie di prodotti utilizzando la stessa macchina offset.

Pierpaolo De Sanctis nel deposito carta della Rotopress

La rotativa offset che prima veniva attivata soltanto nelle ore notturne per la stampa dei quotidiani, è stata convertita in rotativa ibrida in grado di stampare le riviste su carta patinata durante il giorno. Un espediente che consente di avere una qualità alta per i giornali e comunque media per le riviste.

Accortezza e spregiudicatezza” dice Silvia Argalìa, sono le parole chiave di chi voglia fronteggiare la crisi. Già in passato l’Age aveva fatto di queste parole il proprio cavallo di battaglia “Siamo nel mondo del digitale da 13 anni – ha aggiunto – e nel 2006 siamo stati i primi a sperimentare la stampa inkjet adattata al mercato del libro, mentre prima era applicata solo al mercato del modulo continuo”.

La stampa digitale permette di stampare volumi minori di prodotti, evitando così la costosissima piaga delle giacenze. Sempre più manager sostituiscono i vecchi macchinari offset con quelli digitali: dal 2009 al 2011 il fatturato dei primi è sceso del 41,6%, mentre quello delle macchine digitali è in costante crescita (intorno al 14% annuo).

Ma insieme ai pregi, quello della stampa digitale ha i suoi difetti. “ Il futuro va verso il digitale – spiega De Sanctis – ma abbandonare l’offset per gli strumenti di ultima generazione implicherebbe prima di tutto un cambiamento di mentalità. La digitalizzazione ridurrebbe gli sprechi iniziali di carta ed eviterebbe l’accumulo di copie di scarto, però i costi dei macchinari e soprattutto quelli di manutenzione sarebbero molto pesanti. Gli impiegati che lavorano per la Rotopress oggi sono 68, se venisse avviato il passaggio al digitale sarebbe difficile convertirli tutti al nuovo metodo. Solo due o tre di loro sarebbero pronti ad affrontare questo mondo”.

Il mercato del digitale costringe gli stampatori a una corsa verso la novità, perché, se è vero che in affari bisogna essere prudenti, la spinta verso l’innovazione tecnologica è una gara in cui spesso vince chi arriva per primo. Un deterrente del mondo della nuova stampa è inoltre la qualità del prodotto che, sebbene sia alta, non riesce ancora a eguagliare la qualità della stampa ‘vecchio stile’.

“Adesso che il mercato digitale ha virato verso la stampa inkjet – racconta ancora l’Argalìa – abbiamo deciso di andare ancora una volta in controtendenza. A marzo sarà installato un motore di stampa digitale toner a bobina con una qualità da 1200 dpi. Andare verso l’altissima qualità, e quindi precludersi una fetta di mercato, non significa fare un passo indietro, ma costruirsi una nicchia di consumatori”.

De Sanctis e Argalìa rappresentano le due facce della stampa in tempo di crisi, ed entrambi hanno deciso di andare controcorrente. Il primo decidendo di non cedere il passo al digitale e di differenziare la produzione, l’altra puntando sull’altissima qualità in un momento e in un settore, quello del bianco e nero, che cerca di allargare sempre più il suo raggio d’azione.

Da tempo si discute sul se e sul quando la carta stampata soccomberà all’invasione del web, della crisi e della tendenza globale alla digitalizzazione. Ma forse alcune scelte mirate degli imprenditori del settore e le nuove tecnologie sviluppate per l’analogico, riusciranno a dare una nuova spinta alla cara, vecchia carta stampata.

SCHEDA: LE TECNICHE DI STAMPA PIÚ USATE

Stampa Offset Processo di stampa indiretto che si basa sul fenomeno di repulsione tra acqua e inchiostri. Anziché stampare il foglio a contatto diretto con la lastra di alluminio, la stampa avviene attraverso l’impiego di tre cilindri a contatto tra loro
Stampa digitale Sistema di stampa dove la forma da stampare viene generata attraverso processi elettronici e impressa direttamente sul supporto da stampare. Dato l’elevato costo di queste macchine i principali utilizzatori sono le medie e grosse tipografie che affiancano questo nuovo concetto di stampa alle macchine già presenti, per far fronte alla domanda di prodotti stampati in bassissime tirature antieconomiche sulle classiche macchine offset
Stampa Inkjet Metodo di stampa digitale. Le macchine a getto di inchiostro utilizzano una testina che muovendosi sulla superficie da stampare rilascia l’inchiostro liquido direttamente, attingendolo da appositi serbatoi. La risoluzione e la qualità di stampa di queste testine raggiunge livelli paragonabili alla fotografia tradizionale, ma solamente utilizzando carta la cui superficie sia stata opportunamente trattata per ricevere l’inchiostro. Il problema più grave di questa tecnica è l’essiccamento dell’inchiostro nelle testine, che è frequente causa di malfunzionamenti. Un altro svantaggio è dato dall’elevato costo per copia stampata se confrontato con le altre tecnologie
Stampa inkjet a modulo continuo La stampa su modulo continuo è un servizio richiesto soprattutto per quanto concerne gli adempimenti di carattere fiscale. Questo tipo di stampa consente, infatti, di stampare su fogli uniti tra loro.
Stampa tipografica E’ la tecnologia per produrre testi stampati usando matrici in rilievo (rilievografia) composte di caratteri mobili o di clichès inchiostrati

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3 commenti to “Tipografi ‘di nicchia': due storie per battere la crisi”

  1. Certo che avete faticato a trovare la notizia! E’ malè davant! VOGLIAMO DI PIU’

  2. Polemico in genere scrive:

    So d’acord con l’Urbinate polemico…. aria fritta….

  3. stampaprint scrive:

    Il fattore più importante nel settore della stampa oggi è rappresentano dal risparmio oltre che dalla rapidità di realizzazione, perché riuscire ad ottenere prodotti promozionali in tempi brevi ed a costi contenuti, rappresenta per il cliente un ulteriore incentivo a pubblicizzare la propria attività in modo più efficace.
    Anche il web rappresenta una fonte inesauribile di possibili soluzioni vantaggiose come la stampa volantini offerte.